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Respirando

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Respirando

Respiro di Emanuele Crialese è una bella sorpresa del cinema italiano (che viene dopo l’ottimo L’ora di religione), premiato anche alla Semaine de la critique del Festival di Cannes 2002.
E’ l’opera seconda di un giovane regista italiano, che ha studiato cinema negli Usa, la cui opera prima, Once we were strangers, sconosciuta in Italia, era stata selezionata anni fa per il Sundance Festival, la rassegna di cinema indipendente creata da Robert Redford.
Al suo ritorno in Italia, Crialese è andato alla ricerca di un altrove assoluto, che ha trovato nell’isola di Lampedusa, uno scenario abbagliante ma per nulla turistico, che farà venire voglia a molti spettatori di recarcisi questa estate.
Respiro è un film piuttosto originale nello stile e insolito per gli standard del giovane cinema italiano, con un suo fascino seducente, in particolare nella seconda parte, legato ad ambienti e a personaggi fuori dal tempo, con vaghi riferimenti agli anni 60 (La bambola di Patty Pravo, ma più come icona).
Racconta di una donna fuori dagli schemi, Valeria Golino, che "quando è felice è troppo felice e quando è triste è troppo triste", con un marito che la ama ma è imbarazzato dai suoi comportamenti – fa il bagno nuda, gira in lambretta, non sta al suo posto come le altre donne – e un rapporto molto intenso con uno dei figli, che la vorrebbe quasi tutta per sé; una donna a cui a un certo punto sembra mancare il respiro in quell’isola troppo piccola, in cui però ci si può nascondere senza essere trovati e da cui lei non vuole andar via per essere guarita/normalizzata nel continente.
E’ un film su un sud del nostro mondo quasi mitologico e pagano, con una fisicità e una sensualità molto forti, alcune scene bellissime e allegoriche, emozioni pulsanti quasi primordiali, una schiera di attori non professionisti che sembrano interpretare sé stessi; un po’ più prevedibile nella prima parte (sull’inevitabile repressione di chi ha troppa vita), nella seconda si trasforma in un film magico, vivido, intenso, che ci fa immergere nel mare blu e profondo dell’isola, per osservare da quella prospettiva i movimenti dei suoi personaggi e lo sciogliersi finale dei nodi.
Un film che lascia quasi senza respiro anche noi spettatori, assolutamente da vedere.

Paolo Baldi

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