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Addio a Hemingway

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Addio a Hemingway

All’alba la casa dormiva, e ad un tratto anche lui.
Negli occhi, leoni, lontani nel tempo, nelle mani
quel sale pesante del giovane oceano. Non sentiva
più in bocca, oramai, il sapore del gin e del valpolicella.
Silenzio. La remington chiusa, lo studio deserto.
All’alba la casa era morta, e ad un tratto anche lui.

Si alzò per le nove, pesante, scese a far colazione.
Mary inquieta e nervosa. Buondì, Ernie, amore. Buondì,
mentì lui. I gatti sorpresi gli giravano al largo,
e lui chiese del pane e del burro, con latte, come chiedere
venia, implorare la pace. Il coltello nel palmo ingoffito spalmava
con ritmo incantato e rabbioso, stanco e vano. Perché.
Perché siamo cresciuti? Perché abbiamo lasciato la casa
dei nostri, e sofferto l’oceano e stazioni assolate, poi strade
e tratturi e trincee, per cercare la guerra, per trovarla
in un morto, in un fosso, in un letto di bende,
per iscriverla in noi, nella carne, e portarla poi al mondo?
Perché abbiamo sperato un abbraccio, poi un bacio, poi un altro,
e poi figli, una casa, sposarsi? E perché glielo chiesi,
e lei disse di sì, e poi scrisse di no, e non l’ho mai più veduta?
E abbiamo viaggiato, sparato, parlato e scopato
sfidando una notte che non arrivava: perché?
E lo scrissi, e lo scriver fu bello, e d’un tratto la vita
era bella e durava per sempre. Ma adesso perché?
So guardare negli occhi la furia cornuta, tagliare l’avorio,
salvare una vita, so far fuochi e pescare e stappare buon vino:
ma imparare, quanto è costato, e perché poi doveva, perché poi dovevo,
se adesso… Adesso. La cosa più facile al mondo la vidi nel fuoco
austrungarico, ma questa, questa è la più dura, e chi mai la sapeva.
Per quando, per chi, per far cosa, abbiamo lottato? Non abbiamo
imparato per dimenticare, perché un sadico in camice o Morte
vanisse il passato. Un istante, una scarica,e non siamo più noi.
Non ricordo mio padre. Non ricordo i miei amici. Il mio bene
e il mio male son cose su libri, non in me. E non posso più scrivere. Io.

Mary, moglie, neanche tu sei il perché dei perché
che ho di dentro. Perdona. Ricorda.
Capirai, come me, alla fine:
forse stesa su un letto,
forse da una finestra,
forse dentro una colt.


Massimi Fabiano

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