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The monthly chess review – #4

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The monthly chess review – #4
A chi ci ha seguito fino a questo punto, dovrebbero essere chiari alcuni punti fondamentali che se possono essere tralasciati nel gioco esclusivamente riservato agli "umani" non possono essere assolutamente dimenticati se di fronte a noi si trova un computer; l’utilizzo del libro delle aperture, la necessità di suddividere la partita in tre momenti fondamentali costituiti dall’apertura, la fase di gioco e la parte conclusiva, l’analisi delle mosse e della configurazione del gioco fanno parte in qualche modo della psicologia del nostro potente ma in fondo stupido avversario informatico.
A questo punto è necessario dedicare un po’ di tempo al giocatore (quello vero, che muove i pezzi con le mani) per capire come può utilizzare il computer nel senso più ampio del termine per migliorare le proprie capacità di gioco.
Per poter perseguire questo obiettivo è necessario che teniamo conto di due aspetti; il primo è quello di arrivare a disporre di sufficiente capacità critica da individuare quali sono i nostri punti deboli ed il secondo è come trovare la strada per migliorarli.

In primo luogo è necessario rafforzare la nostra capacità di gioco, quindi almeno all’inizio non deve fare alcuna differenza perdere o vincere; prima di tutto è necessario giocare. In questo caso il computer va benissimo, non si annoia, non si stufa, non si tira mai indietro. Un primo sentore che siamo sulla strada giusta lo riconosceremo prima di tutto in noi stessi; dopo un certo numero di partite ci accorgeremo che certe mosse, certe configurazioni, un determinato modo di giocare, corrispondono a qualcosa di noto, già visto. Stiamo cominciando a prendere veramente familiarità con la scacchiera, elaboraimo ogni singola mossa come una specie di linguaggio di cui ne ricordiamo alcune frasi, ovviamente quelle che si presentano più di frequente.
E’ giunto il momento di prendere più seriamente in considerazione una parte estremamente importante della partita: l’apertura. Naturalmente il lettore può essere anche un giocatore esperto ed in questo caso semplicemente potrà identificarsi in alcuni "momenti" del nostro percorso ma soprattutto la cosa che credo possa essere veramente importante è che utilizzando il computer, diciamo più come una medicina che come una droga, possiamo formalizzare e dare maggior rigore – spesso anche un nome – alle strategie che l’intuizione e l’istinto fin’ora ci hanno suggerito. Attiviamo la funzione ECO (e vediamo come si fa a salvare un gioco) e cominciamo a giocare salvando sistematicamente per un certo periodo tutte le partite, sia vinte che perse.
Almeno le prime tre mosse vengono riconosciute come un’apertura, che trova corrispondenza nell’Encyclopedia of Chess Openings. Sicuramente le partite migliori risulteranno essere quelle in cui le prime cinque o più mosse corrispondono ad un’apertura, con le sue relative variazioni.
Ecco che il nostro avversario elettronico comincia a tornarci utile come strumento, sia durante il gioco che analizzando le partite salvate. In uno dei prossimi numeri parleremo di standard e notazioni, aspetto indispensabile per potersi muovere in un campo di gioco il più ampio possibile, il solo che – qualunque sia il nostro livello – possa darci l’opportunità di nuovi apporti.
La suddivisone della partita in tre fasi non è un formalismo dei giocatori più smaliziati bensì un aspetto del gioco estremamente importante, ma ci arriviamo fra poco. Proviamo a impiegare metà del tempo che dedichiamo agli scacchi all’analisi delle partite ponendoci in equilibrio fra la soddisfazione del gioco in sé e la possibilità reale di migliorare le nostre capacità.
Il computer è estremamente rigoroso (e questo è un bene); non si stanca e non commette errori, almeno non nel senso in cui lo intendiamo solitamente: semplicemente può effettuare mosse maggiore o minor cura. In secondo luogo, la macchina è altrettanto rigida nella sua struttura di comportamento: il programma si limiterà a tenere conto di un certo numero di parametri prestabiliti seguendo una logica predeterminata in base ad una particolare configurazione.
Più saremo capaci di pretendere e di essere duri con noi stessi più potremo affrontare avversari sempre più abili. Ma la forza bruta non è sufficiente, è necessario che acquistiamo coraggio trovando il modo di acquisire il controllo del gioco e prevedere il panorama della battaglia dei bianchi e dei neri il meglio possibile.
L’aspetto curioso dei tre momenti in cui abbiamo diviso la nostra partita è proprio nel modo in cui questi si concatenano fra loro.
L’apertura
Consideriamo le aperture da manuale, quelle che può fare un computer per intendersi. Già nel corso di poche decine di partite ci renderemo conto che le prime mosse che ci garantiscono le migliori potenzialità sono proprio quelle che si trovano nel libro delle aperture.
Nello stesso modo scopriremo in poco tempo che in modo del tutto istintivo ci troviamo meglio a gestire il gioco secondo una nostra personale logica piuttosto che adottare strategie sempre diverse. Ben presto prenderemo la mano a sperimentare a quali aperture corrisponde un determinato modo di giocare, le variazioni ecc. E qui ci scontriamo con un limite che con gli strumenti che abbiamo utilizzato fin’ora risulterà molto difficile da superare. Non possiamo pensare di giocare centinaia o migliaia di partite, per trovare tutte le aperture che ci sono più consone muovendoci alla cieca in attesa delle risposte del computer. E’ necessario che accanto agli strumenti di analisi possiamo accedere al database delle aperture.
Va anche notato che non tutte le aperture si possono considerare sullo stesso piano. Se si utilizza un programma di buon livello, molto probabilmente sarà possibile imporgli uno pseudocarattere, configurando in modo opportuno il suo stile di gioco. Provando a interagire con i parametri di configurazione vedremo che saranno utilizzate prevalentemente certe aperture piuttosto che altre, proprio in base alla nostra configurazione.
A seconda del tipo di apertura possiamo impostare il gioco basandolo su un determinato tipo di difesa oppure di attacco, privilegiare il gioco di un pezzo piuttosto che un altro e così via. Va da sé che il gioco dell’apertura non è più un aspetto così incomprensibile, né l’abilità di un giocatore è quantificabile in base alle partite o alle aperture che può memorizzare ma va ben oltre.
In internet esistono numerose possibilità e qui ne prendiamo in considerazione alcune, ma può essere considerato un lavoro molto utile raccogliere nell’elenco dei preferiti del proprio browser un certo numero di siti in cui si può giocare a scacchi, con qualsiasi genere di avversario.
Il gioco on line
Cominciamo ad entrare nel vivo della questione prendendo in esame un sito, uno per tutti che consente di giocare potenzialmente con una grande quantità di altri utenti, ma è anche molto interessante per molti aspetti legati all’analisi e alla gestione del gioco in modo un po’ più completo di quanto ci permettono i software scacchistici tradizionali.
Prima di tutto ecco l’indirizzo:
http://www.chessworld.net (The World Chess Network) che può essere classificato in linea di massima come un Internet Mail Server. Il meccanismo utilizzato da questo tipo di server è molto semplice. Una partita a scacchi giocata per posta (ICM Internet Chess Mail) solitamente viene gestita da un moderatore a cui i giocatori si iscrivono; dopo l’iscrizione alla lista (indicando informazioni personalizzate come ad esempio il numero massimo di partite contemporanee, la scelta di partecipare o meno a tornei, il tempo massimo in giorni che intercorre fra ogni mossa ecc.) si attende di essere assegnati ad un opponente. Le partite più standard di solito si basano su un’andata e un ritorno (si gioca una partita coi bianchi ed una coi neri) con lo stesso opponente, quindi si ottiene un punteggio che può essere esclusivamente legato alla lista relativo a tutti i giocatori iscritti oppure un punteggio in cui il rating di ciascun giocatore (cioè la sua classifica) è rapportato in qualche modo ad un livello di punteggio internazionale (federazione americana del gioco di scacchi, la federazione britannica o altro).
Con Chess World Network le possibilità si ampliano notevolmente ed a riprova di questo c’è il fatto che gli iscritti sono numerosi e provenienti da tutte le parti del mondo. Il sistema utilizza l’e-mail per segnalare ai giocatori gli eventi che li riguardano ma le mosse delle partite vengono effettuate direttamente col browser. Innanzitutto viene pienamente rispettata la privacy di ciascun iscritto, di cui sono pubbliche soltanto le informazioni riguardanti il gioco. Quando ci si iscrive si sceglie un nickname ovvero un proprio nome virtuale con cui saremo identificati dal sistema e con cui potranno trovarci tutti gli altri giocatori iscritti. Ogni volta che viene effettuata una mossa da uno dei giocatori con cui stiamo intrattenendo una partita, il server invia un’e-mail direttamente alla nostra casella di posta per segnalarci la mossa, cui potremo rispondere entro il tempo previsto effettuando un login col nostro browser. Altrettanto capita a tutti gli altri giocatori. Tutte le partite giocate da ciascun iscritto vengono archiviate dal server e tutti sono in grado di andarle a rivedere in qualsiasi momento; aspetto ancora più interessante – le partite possono essere esportate in formato pgn, in modo da poterle agevolmente salvare su file per studiarle con calma. Questo per quanto riguarda gli aspetti base, ma il sito contiene numerose altre caratteristiche che ne fanno uno strumento che può rivelarsi prezioso in più di un’occasione.
Può essere molto importante, giocando con avversari sconosciuti, poter analizzare la loro "storia" scacchistica, studiarne le strategie e le mosse, capire come vincono e come perdono. Siccome l’archivio di gioco di ciascun iscritto (che è sempre soltanto identificabile attraverso il suo nickname, la nazionalità e il suo stato di servizio) è accessibile a tutti gli altri membri della community, possiamo anche gli avversari contro cui vogliamo batterci; in qualsiasi momento possiamo individuare un giocatore e sfidarlo, inviandogli un messaggio ed attendendo la sua risposta.
Proprio come quando si "scopre" un nuovo locale e una delle prossime sere si va a bere qualcosa con un amico, è possibile invitare un qualcuno che non è membro (a patto di conoscere la sua mail) a giocare una partita; riceverà un messaggio dal server con la nostra segnalazione e sarà invitato ad iscriversi. Non di secondaria importanza è che questo sito (per motivi che attualmente ignoro) è completamente gratuito e non contiene pubblicità, se si esclude un’area dedicata ai libri di argomento scacchistico ben recensiti seppure in inglese che ne consente l’acquisto direttamente utilizzando amazon.com
Un’altra funzionalità molto interessante, per i giocatori che amano ritrovarsi o che già scambiano via mail partite con gli amici è la possibilità di costruire un "team" che potrà organizzare tornei, sfidare altre squadre o semplicemente certificarsi come presenza sulla rete con il nome del proprio gruppo.
Un ultimo paio di cose; sia i singoli che i team possono organizzare (gestiti automaticamente dal server) i propri tornei scegliendo i partecipanti od affidandosi al caso.
Oltre poter accedere ad un’ampia sezione dedicata alla formazione con documenti (consultabili in linea o scaricabili) sulle aperture, sulla gestione della partita, strategie, conclusione ecc. il server dispone di un nutrito database di aperture, consultabili come strumento a sé oppure analizzando le proprie partite in corso, studiando le mosse effettuate fino a quel momento, confrontandole con altre partite e così via.
Se qualche lettore dopo aver visitato il sito decide di iscriversi, è pregato di segnalarlo alla redazione della rivista, per poter far parte di un team esclusivo dei lettori di Kult Underground.
La fase intermedia della partita
Quali vantaggi ci può garantire una buona apertura? In primo luogo si pongono le basi per una gestione del gioco abbastanza vicina alla strategia che ci siamo posti come obiettivo.
In pratica, al termine delle mosse che delimitano la nostra apertura, ci sono almeno i presupposti per poter condurre il gioco come pensiamo.
Pur esistendo notevole letteratura in merito, la fase intermedia della partita è comunque quella che possiamo definire più creativa in senso stretto, perché dopo un buon inizio a questo punto le sorti del gioco sono solo nelle nostre mani.
E’ qui che gioca un ruolo fondamentale la nostra esperienza. E’ proprio l’esperienza che ci permette mossa dopo mossa di mantenere le posizioni di controllo o predominio piuttosto che garantirci la capacità di una difesa sempre ben organizzata aspettando il momento del contrattacco. Ma per fare questo è necessario acquisire la lungimiranza necessaria a interpretare il panorama di gioco e – non limitandoci soltanto ad aspettare un errore dell’avversario – capire quali possono essere le strategie seguite, fino a riuscire ad eluderle e provi rimedio.
La fase intermedia è sicuramente la meno soggetta ad essere codificata; la documentazione che possiamo trovare infatti è in gran parte dedicata alla discussione a posteriori delle scelte dei giocatori che conducono la loro personale battaglia legati indissolubilmente al loro avversario per cadere nei suoi tranelli, difendersi, riuscire a risollevare le proprie sorti od avviarsi sulla strada di una inesorabile disfatta.
E’ soprattutto in questa fase che il gioco si afferma come aggressivo o tranquillo e che le nostre capacità di condottieri sono messe alla prova.
Ci si aspetterebbe che a questo punto parliamo della conclusione della partita, la fase finale del gioco, la meritata vittoria. Ma questo aspetto è ampio e complesso, tanto da meritare un numero esclusivamente dedicato.

Arrivederci al prossimo mese.


Enrico Miglino

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