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Intervista a Xxxxxx Xxxxx e Xxxxxx Xxxxxxx

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Intervista a Xxxxxx Xxxxx e Xxxxxx Xxxxxxx
autori di "Sfioraci", prima raccolta poetica dell’OPIEMME

Xxxxxx e Xxxxxx, come vi siete conosciuti e come è nato il progetto OPIEMME Poesia? E cosa significa la sigla Opiemme?

Xxxxxx: Andavamo al liceo assieme. Alla fine del liceo nel 98 è nata l’Opiemme. Era ancora OPM, e stava per Odio Paura e Male, tre sentimenti ricorrenti nella nostra poesia.
Dopo Opm è diventato un suono, il nome del gruppo, un acronimo che poteva avere molteplici soluzioni, proprio come abbiamo voluto sottolineare a pag 49 di Sfioraci riempiendo la pagina di frasi fatte sulla successione di parole che iniziano per O, P, ed M.
Oggi Opiemme è la nostra mentalità di fare poesia. E’ il nostro gruppo che ha forti radici nella scrittura ma in cui c’è anche un personaggio come Mr Fjidor che fa fumetti, installazioni, performance o Cristian, alias Cafè Nero, che suona le macchine e accompagna con la musica i nostri readings.

"Sfioraci" è la vostra prima opera, caratterizzata da un’originale disposizione dei testi, abbinati a coppie, uno di Xxxxxx, uno di Xxxxxx. Come è nata questa raccolta complessa e innovativa? Come siete arrivati alla pubblicazione di un’opera a due mani?


Xxxxxx: fin da quando abbiamo iniziato a scrivere ci siamo sempre sentiti e confrontati con una certa frequenza quindi credo che il fatto che sia uscito un lavoro a due mani sia come una conseguenza scontata del percorso che abbiamo seguito fatto di lunghe lettere nelle quali lentamente crescevamo insieme; è anche per questo che le poesie sono a coppie ed in ordine cronologico, come a seguire il nostro processo di maturazione.
Xxxxxx: Continuavamo a scrivere a proporre le nostre cose senza però orchestrarle in maniera organica. Senza dargli la forma di una raccolta. Così un giorno abbiamo deciso di vederci per farlo. Era un sabato. Ci siamo chiusi in casa di Xxxxxx a Genova e fra studio e pasti, un computer affianco all’altro abbiamo deciso la struttura a Coppie di questo libro. Scelto i testi confrontandoci faccia a faccia. Poi è arrivato il titolo molto più avanti.
Purtroppo oggi quando la guardo mi sembra ancora troppo classica. E’ sempre caratteri neri su pagine bianche. Ancora troppo dura e scoraggiante per attirare nuovi lettori. E’ in una forma troppo classica di contenitore di poesie. Vabbeh…è già stata dura pubblicare.

Le poesie di "Sfioraci" sono state composte nell’arco di cinque anni, a partire dal 1998, ma a quando risale la scoperta della "vocazione" poetica?

Xxxxxx: tra i banchi del liceo si scrivono canzoni, frasi, poesie sui propri diari. Non è che abbia poi scoperto una vocazione, ho semplicemente smesso di scrivere sul diario e cominciato a farlo con un po’ più d’attenzione sul mio computer.

Xxxxxx: Concordo. E’ stata una continuazione. Se ora quello che scrive venisse cantato da un gruppo sarebbe un testo. Per me sarebbe sempre quello che mi fa star bene quando ci penso e lo faccio, lo sogno e lo studio.

Esiste una persona (una musa) o un incontro, decisivi per la vostra scelta, grazie ai quali avete capito cosa avreste fatto "da grandi"?

Xxxxxx: non l’ho capito ancora ora. Ma ho incontrato persone che mi hanno fatto capire l’importanza di perseverare…avere un obbiettivo davanti, e continuare a puntarlo dritto.
Certo il fatto stesso di aver fatto l’Opiemme con Xxxxxx e all’epoca Veronica è stato lo stimolo a crederci sempre, ad andare avanti. La costanza nei propri sogni. Ma anche l’Opiemme è in continua evoluzione dalla scrittura alla musica alle installazioni. Ma è pur sempre quello che amplifica le nostre energie e ci fa restare uniti.

Xxxxxx: ogni persona che incontro, ogni luogo che visito ogni attimo che passa mi fa crescere e cambiare un po’, non c’e un momento od una persona in particolare; non si smette mai di crescere e di cambiare.

Nella vostra raccolta vi sono riferimenti espliciti a Bukowski e a Kerouac, ma molti sono i riferimenti classici, per esempio nella simbologia utilizzata. Quali modelli hanno influito sulla vostra poetica?

Xxxxxx: I primi contatti con la letteratura li ho avuti tra i libri di scuola, mi è sempre piaciuto molto leggere e fin da piccolo divoravo qualunque cosa passasse sotto mano, crescendo poi mi sono avvicinato di più ad autori che ritenevo più vicini alle mie idee, in particolare i simbolisti francesi ma grande importanza, come forse si nota maggiormente, hanno avuto anche gli autori della beat generation.

Xxxxxx – per me la scrittura non è nata da spunti o modelli letterari. Forse qualcosa mi è rimasto particolarmente in testa durante l’esame di maturità: Pascoli, Boito….
Ma il maggior spunto e stimolo l’ho avuto da canzoni e gruppi.
Da quello che mi trasmettevano come valori: frasi come quella dei Colle der Fomento "scegli fra chi spinge e chi va avanti perché gli altri spingono" mi hanno dato stimoli enormi.
Iniziare a scrivere per me è stata una necessità dettata da un obbligo.
Suonavo e volevo avere un gruppo. Scrivevo testi molto prima di iniziare a scrivere poesie, e alla fine era lo stesso. Ma non ero portato per suonare, cantare tantomeno. Mettere su un gruppo e portare a termine delle canzoni sembrava un impresa impossibile.
Uniteci alcuni ostacoli familiari strumenti ritirati e divieti di suonare. Da quello inizia la mia scrittura
I modelli che mi hanno influenzato sono musicali. Per la simbologia che ha riferimenti a classici… sicuramente è così, sicuramente non ne sono consapevole.

Cosa rappresenta per voi la poesia? Da dove ha origine? La poesia è per voi una fuga, un isolarsi dalle difficoltà, una risposta al male di vivere, tematica ricorrente della vostra poetica, o una luce magica che illumina il cammino?

Xxxxxx: Parlare alla carta mi aiuta a levarmi dalla testa pensieri che mi assillano e riflessioni che si ripetono. A volte è solo sfogo. A volte è tipo un’illuminazione su qualcosa che mi sembra di aver compreso. Ma sostanzialmente è un gioco che mi fa star bene e mi bilancia a livello di umore. Mi calma incredibilmente.

Xxxxxx: la poesia è il mio tentativo di risposta a ciò che vedo intorno. Guardandomi in giro vedo tante cose e cerco di descriverle, di imprimere sulla carta le emozioni che mi sono trasmesse.

Come nascono le vostre poesie? Da un lampo veloce e estemporaneo o da un lento lavoro di cesello, nel silenzio di una stanza o in mezzo alla folla, dalla vita di tutti i giorni, dalle catastrofi dell’inciviltà moderna?

Xxxxxx: talvolta vengo rapito dalla mia mente che mi trascina lontano, in luoghi a me sconosciuti del mio profondo; è da li che escono le poesie, lo specchio delle mie emozioni.

Xxxxxx: Di solito scrivo ovunque. E lo faccio solo per non scordare qualcosa che mi piace. Perché ho sentito in testa, nei discorsi con me stesso una bella frase, un pensiero che mi piace e vorrei evolvere. E’ poi un lavoro lungo di correzione e rifinitura.

Ma parliamo ora del vostro libro come prodotto editoriale. Come siete entrati in contatto con la casa editrice?

Xxxxxx: Li abbiamo conosciuti al salone del libro del 2002. Mia cugina stava con un tipo di Roma. Io ero sempre alla ricerca di riviste letterarie e loro mi avevano suggerito il nome di una rivista che non conoscevo: Prospektiva, legata alla casa editrice. Abbiamo mandato del materiale in visione per la rivista, e dopo proposto -Sfioraci.
Ci siamo proposti con un plico via posta.

Il libro contiene alcuni evidenti errori di impaginazione. Come si è verificato questo inconveniente?

Xxxxxx:Ah, boh…?
Forse si era inceppata la macchina…

Xxxxxx: Sinceramente non lo so. Mi spiace perché incasina tutto. Ma i libri non li rileghiamo noi.
Ora la casa editrice dice che il problema è risolto e le copie che vengono stampate non hanno più questo problema.

Come vi siete mossi per promuovere la vostra opera?

Xxxxxx:Abbiamo fatto dei comunicati poi inviati via internet.
Xxxxxx: Si…grazie ai ragazzi che gestiscono il nostro sito, Pablo Onnias e Jenny Robatto, abbiamo potuto contare su una professionalità dal punto grafico e comunicativo che ci mancava.
La rete è stata utilissima. Tutta da esplorare. La stessa che ci ha portato da voi.
Volantini. Ora partiranno le presentazioni del libro.
Non abbiamo fatto nulla se non far correre la voce fra amici e su internet, ma fortunatamente la prima tiratura di 300 copie è esaurita.

Sappiamo che l’editoria italiana è per così dire piuttosto chiusa. Quanto è difficile per un giovane autore sconosciuto, dotato di talento, fare conoscere la propria opera, districarsi nel complesso panorama editoriale italiano?

Xxxxxx: sinceramente non posso permettermi di giudicare l’editoria italiana. Credo che gli editori siano essi stessi in difficoltà, immagino (spero) che spesso vogliano fare molto di più ma ne siano impossibilitati da semplici ragioni di budget.
Chiaramente se si parla di editori seri.
Non voglio neanche entrare nel discorso dell’editoria a pagamento dove spesso si trovano solo approfittatori che sfruttando le leggi del mercato si arricchiscono alle spalle di incauti autori.
Anche se si ha pubblicato non è facile avere un minimo di rilievo.
Molto molto molto difficile.

Xxxxxx: dal mio punto di vista è molto più difficile il dopo. Una volta pubblicato un libro si può credere di essere arrivati ma non si è che ad un punto di partenza, è lì che iniziano i problemi: cercare di farsi pubblicità, rendere la propria opera più visibile, superare lo scetticismo generale. E’ questo il difficile, non tanto pubblicare ma essere visti e considerati dopo la pubblicazione: la maggior parte delle persone legge i soliti autori e difficilmente si lascia tentare da nuovi autori, inoltre vi è anche il problema della scarsa reperibilità di testi pubblicati da case "minori" le quali hanno spesso solo una distribuzione a livello locale e non per ultimo anche i troppi testi-spazzatura pubblicati la più parte dei quali andrebbero, secondo il mio parere, cestinati dopo una prima lettura.

Quali sono i canali che un giovane autore può utilizzare per fare conoscere la propria produzione? Avete partecipato a concorsi letterari, avete utilizzato blog o forum per avere un riscontro o una valutazione delle vostre creazioni?

Xxxxxx: Alcuni concorsi sono una bella vetrina e possono portare ad un’ottima promozione ma bisogna stare attenti e vagliarli attentamente, approfittatori ovunque, non mi fido volentieri dei concorsi a pagamento.
Restano comunque uno dei migliori metri di giudizio delle proprie opere.

Xxxxxx: Deve bombardare ogni cosa. Spingere i suoi lavori e dedicarci tempo. scegliere di essere fra "chi spinge e chi va avanti perché gli altri spingono". Insomma deve crederci e perseverare, essere costante…i risultati arriveranno col tempo.

"Sfioraci" è il vostro primo libro; quindi, anche se di strada ne avete già fatta tanta, si può dire che siete ancora agli inizi: che consigli vi sentireste di dare a giovani che come voi hanno qualcosa da dire e hanno deciso di dirlo attraverso la poesia? Quali errori dovrebbero evitare nel percorso minato verso la pubblicazione?

Xxxxxx: io non sono sicuramente in grado di dare consigli ma preferirei riceverne in quanto la strada di fronte a me è infinita.
L’unica cosa che posso dire è di non arrendersi mai. Se hai talento qualcuno se ne accorgerà prima o poi.

Molti considerano la poesia "cosa di altri tempi". La vostra opera vuole accostare alla poesia la gente, i giovani soprattutto. Che futuro pensate possa avere nella società odierna una forma di espressione come la poesia, che funzione riserva la nostra società al poeta?

Xxxxxx: un certo tipo di poesia è cosa di altri tempi.

La poesia ha ed avrà grande importanza, solo che talvolta è così ben celata che stentiamo a riconoscerla. Siamo in contatto tutti i giorni con le più diverse forme di poesia.

Xxxxxx: Magari un giorno, anche se sicuramente in altri modi in passato si è già fatto, verremo ricordati come i poeti italiani che hanno cominciato ad attaccare poesie adesive in giro.
Non sarebbe male.
Ma in fondo la nostra è solo una deviazione della streetart e delle sue migliaia di adesivi con disegni, illustrazioni, loghi, tags. Solo ci sono le poesie. E sono attaccate al palo della luce vicino alla fermata dell’autobus. E la poesia non sembra più così lontana dalla vita quotidiana.
Il poeta esiste ma si chiama in altri modi.
E’ chi gioca con le parole e dà forza alle parole, pronunciate o scritte.
Può essere il copywriter di una reclam di uno spot, come il curatore dei testi iniziali di un film.
Insomma oggi c’è spazio per i poeti, se questi capiscono che devono amalgamarsi alla vita e portarci la loro poesia. Non tenerla con parole auliche in un mero gioco di bellezza di suoni, e regole che bloccano l’evoluzione come addita e vuole insegnare qualcuno su specchio. Quelle cose servono a tenere il castello della poesia aulica e della cultura alta vivo in se stesso, vivo dei suoi stessi morti.
Non a far conoscere la poesia. Non a portarla a chi non è interessato.

Una domanda un po’ personale: come è stata accolta in famiglia, dagli amici, dalle persone a voi più vicine insomma, questa vostra passione, che sicuramente avrà richiesto tempo ed energie. Siete stati incoraggiati, capiti o piuttosto ostacolati? Adesso avete un libro da mostrare, da sfogliare, ma forse prima…
{per gli autori: questa domanda nasce dalla dedica, che comunque potrei avere frainteso…}

Xxxxxx: qualcuno mi ha aiutato, parecchi mi hanno non proprio ostacolato ma comunque reso il tutto più difficile (e continuano a farlo). E’ un problema di mentalità, se non capisci e non vuoi sforzarti per allargare le tue vedute non arriverai mai dove desideri, anzi rischi di non arrivare proprio da nessuna parte.

Xxxxxx: Penso che la maggior parte delle persone che conosco e ha letto il libro non abbia cercato di farsi dare qualcosa dai testi legandoli alle proprie esperienze, ma abbia cercato di psicanalizzarmi. I miei vorrebbero non avere più preoccupazioni per il loro bimbo, che fosse più indipendente e con un futuro sicuro. Il tempo che dedico alla scrittura lo trovano a volte esagerato ma poi sanno apprezzare. Il libro pubblicato cambia poco.

Qualche anticipazione sui vostri progetti futuri?

Xxxxxx/Xxxxxx: Abbiamo un bel po’ di materiale pronto. Una raccolta su ricordi di donne. Una lunga favola che vorremmo potesse diventare la nostra seconda pubblicazione.
Ma poi ci sono tanti progetti collaterali e che non riguardano solo la scrittura.
Dai lavori sul sito opiemme.com a quelli di Mr. Fijodor di cui, se volete farvi un’idea, potete vedere qualcosa su http://www.opiemme.com/unacenaqualsiasi

Grazie per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per la vostra attività.
Xxxxxx: Xxxxxx: Grazie mille a voi, per l’interesse e la possibilità di far conoscere qualcosa di noi, dietro i testi.
Ciao! E se qualcuno stesse cercando il libro e non riuscisse a trovarlo
Può scriverci a scrivi@opiemme.com e glielo spediremo volentieri!
Ciao a presto!
Ciao appresto!

Stefania Gentile

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