KULT Underground

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Intervista con Lukha Kremo Baroncinij

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Gianluca Cremoni Baroncini o Lukha Kremo Baroncinij, in arte Krell, è un poliedrico artista di Livorno.
Scrive racconti horror, sf e cyberpunk, saggi e articoli e romanzi (Il Grande Tritacarne, Storie di Scintilla e Gli occhi dell’anti-Dio), ha fondato la Kipple Officina Libraria, casa editrice che pubblica fantascienza, saggistica, poesia e narrativa (www.kipple.it). Oltre a ciò, nel suo sito personale, si può prendere visione di alcuni lavori artistici, come le installazioni su lastre di raggi X, l’officina filatelica e la zecca cloniatoria. Krell è anche un ottimo musicista elettronico e sperimentale, sia come solista, sia nei progetti Livido (duo performance di elettronica e recitazione, accenni di noise e sciamanesimo metropolitano) e F.I.A.T. ovvero Framassoneria Inaccessibile degli Artisti Traditori (duo di elettronica industriale). Dal sito http://www.fantascienza.net/kremo/krell.htm si può avere un assaggio di tutto questo, incluse due tracce audio per ogni sua opera musicale. A la recherche du Krell perdu (2003), Electronic Music of Dendera (2005), Suoni, armonie e voci dagli abissi (2007), Time’s trilogy (2009), ATMOCΘEPA (2009) e BZZZOING! (2009). Segnalo inoltre un triplo cd con libretto in cui 33 musicisti e non-musicisti,  cercati tra chi fa sperimentazione, hanno omaggiato in 100 brani la Divina Commedia. Tra tutti i lavori di Krell uno in particolare mi ha suscitato grande interesse: Electronic Music of Dendera. In questo cd Krell, con la collaborazione di The Afeman (Andrea Marutti) e Paola Bianchi (Ludmila, Femina Faber), ha realizzato una personale interpretazione sonora di uno dei molti dei misteri (e delle molte querelles tra archeologia ufficiale e quella alternativa) dell’antico Egitto: quello delle lampade del complesso templare di Dendera a 70 chilometri da Tebe. La lampada di Dendera non è tuttavia l’unico geroglifo misterioso trovato nelle cripte di Dendera, dove sono anche rappresentati degli ornamenti simili ad accumulatori elettrici con dei simil cavi e un altro segno, una linea zigzagante che sembrerebbe la riproduzione simbolica della corrente elettrica. La lampada è passata alla storia come un oopart, cioè un reperto archeologico  fuori posto (e fuori tempo) così come le pile di Baghdad. Forse alcuni antichi sapienti conoscevano qualcosa dell’elettricità e una qualche tecnologia per conservarla e generarla, indipendentemente da altre interpretrazioni come quelle ufologiche (alieni che avrebbero insegnato tecnologie ad alcuni eletti della Terra). Sulle lastre di Dendera sono rappresentati dei sacerdoti nell’atto di officiare riti intorno a un oggetto che è stato interpretato ora un fiore di loto sostenuto dalla colonna dorsale di Osiride, ora un cavo elettrico e una serpentina in un una lampada a incandescenza simile a un tubo di Crookes, precursore del tubo catodico, che emette raggi X e sorretta da un accumulatore elettrico.
 
 
 
 
Davide
Ciao Gianluca. Ho apprezzato la tua musica in generale, ma sono rimasto soprattutto colpito da un tuo lavoro che già sai: Electronic Music of Dendera. Le note di questo lavoro dicono che si ispira agli strumenti musicali elettronici degli antichi egizi di Dendera. Anzitutto ti devo chiedere se sai qualcosa di più della lampada di Dendera in quanto anche generatore di suoni e di altri reperti o geroglifici interpretabili come strumenti elettronici dell’antico Egitto. Oppure è stato solo un personale lavoro di immaginazione, partendo anche dal fatto che alcune lampade, come quelle a fluorescenza, e l’elettricità stessa e i generatori di elettricità producono delle sonorità loro peculiari? Insomma, come hai approcciato e realizzato questo progetto?
 
Krell
Bisogna tenere conto della cultura egizia del Nuovo Regno, epoca a cui risale il tempio di Hator a Dendera. Quella egizia in generale è una società improntata alla vita dopo la morte e quindi fortemente impregnata di religiosità. Inoltre, nel Nuovo Regno in particolare, si registra un ennesimo balzo tecnologico.
In quanto laureato in Storia ho fatto alcune ricerche e non posso certo affiancarmi alle balzane ipotesi di alieni o altri strani fenomeni. L’oopart è una boutade. L’ipotesi che gli egizi abbiano scoperto e utilizzato rudimentali strumenti elettrici, invece, potrebbe rientrare tra quelle ufficiali se avallate da altre prove.
In effetti le caratteristiche dell’elettricità erano già conosciute (in particolare l’elettricità statica dell’ambra) e potrebbero essere state utilizzate per qualche rito religioso o dimostrazione circense (si dice che anche l’Arca dell’Alleanza avesse un congegno elettrico).
Nel Nuovo Regno egizio non era insolito che gli architetti costruissero dei congegni e dei cuniculi (anche in pietra) che permettessero di amplificare la voce e trasmetterla da una parte all’altra del tempio. In questo modo un pellegrino che chiedeva il responso al dio, riceveva una risposta apparentemente dalla statua, grazie alla voce amplificata del sacerdote che si trovava in una stanza attigua. Espedienti del genere non erano rari e ve ne sono di diversi tipi, proprio all’epoca del tempio di Dendera.
Per quanto riguarda le cosiddette “lampade”, qualcuno ha ipotizzato che fosse un circuito elettrico con tanto di lampadina. Potrebbe essere qualcosa di più rudimentale, ma comunque elettrico. In ogni caso, tornando al discorso della cultura, sembra più normale che gli Egizi considerassero i riti religiosi prioritari rispetto all’illuminazione quotidiana.
Dai rilievi di tutto il tempio appare che gli egizi utilizzassero tali “lampade” a scopo rituale e ricreativo (ci sono molte figure di uomini e donne danzanti) e non è escluso che questi strumenti suonassero o emettessero una melodia che loro consideravano misteriosa, esoterica.
 
Davide
Sembra che tu abbia scelto per lo più suoni che riconducono alla elettronica obsoleta, quella che veniva creata e prodotta dai pionieri tra gli anni dieci e cinquanta, tipo Ondium péchandre, Dynaphone, Trautonium, Univox o altri strumenti con il “vacuum tube”… Per non parlare di quel capolavoro che fu la colonna sonora del Pianeta Proibito. Come hai lavorato sui suoni?
 
Krell
Ho utilizzato un Theremin, la voce di Paola Bianchi e alcuni campionamenti e ho mixato il tutto su pc, cercando quell’atmosfera misterica, arcaica, rudimentale che ci richiamano gli Egizi. Il risultato sonoro, per quanto sia “antico” è evidentemente “vintage”, perché riporta alla mente le sonorità dei primi tentativi di musica elettronica del XX secolo.
 
Davide
Perché hai scelto il Theremin come strumento principale per “Electronic Music of Dendera”?
 
Krell
Il mio scopo era interpretativo, gli Egizi avevano uno strumento rudimentale, quindi per forza di cose doveva essere come i primi strumenti elettrici ed elettronici del XX secolo. Tra questi, uno dei primi è proprio il Theremin.
 
Davide
Hai un’attività di scrittore e di editore piuttosto intensa. Prediligi la fantascienza e l’horror e ho visto per altro che hai anche istituito un Premio Kipple. Cos’è, come funziona, a cosa conduce?
 
Krell
Il Premio Kipple è uno dei pochi premi di fantascienza in Italia e l’unico a essere dedicato a una fantascienza impegnata, che può essere sociale, ecologica, noir, new wave, cyberpunk, hard sf, transhuman e aggiungici tutte le etichette che vogliono rappresentare un genere “nuovo”, all’avanguardia nella letteratura fantastica contemporanea.
Chi vince viene pubblicato sulla collana “Avatar” e distribuito in tutta Italia. A novembre uscirà il bando per il terzo anno.
 
Davide
Parlaci della Kipple Officina Libraria, associazione futurologica senza fini di lucro.
 
Krell
Siamo una casa editrice che ama la qualità. Stampiamo i libri con cura. Abbiamo la collana “Avatar”, dedicata alla fantascienza, la collana “V” per la letteratura non fantastica, “Camaleonte” dedicata a tutte le forme di interculturalità e infine la nuova “Capsule” che in formato tascabile e prezzo bassissimo (2/3 €), presenterà racconti, saggi e poesie da diffondere e far arrivare a chi di solito non è un mangiatore di libri.
 
Davide
Cos’è la rivista Avatär?
 
Krell
Una rivista che ha visto la luce tra il gennaio 2000 e il dicembre 2004, uscita in 10 numeri (più 4 numeri speciali) e ha vinto per tre volte il Premio Italia Fantascienza, una per la Miglior Rivista Amatoriale e due per il Miglior Saggio.
Era un contenitore che presentava racconti, articoli, fumetti e saggi di fantascienza, di avanguardia, di computer eccetera. Dal 2005 è stata sostituita dalla collana omonima.
 
Davide
Notevole l’omaggio a Dante e alla sua Commedia. Dapprima ho ricordato (e rispolverato) la Divina Commedia di famiglia, dei cofanetti della Collana Letteraria Documento della Cetra, a cura di Natalino Sapegno, diciotto 33 giri! Così mi sono chiesto come tu avessi fatto a far stare i 100 canti in tre cd… Poi ho ascoltato un estratto e ho capito. Non si tratta di letture, ma di interpretazioni sonore. Ce ne parli?
 
Krell
L’idea di una colonna sonora della Commedia era bella, ma se fosse stata scritta da un solo autore avrebbe rischiato di risultare monotona. Così ho proposto l’idea ad amici e musicisti che non conoscevo contattati tramite MySpace, e ho assegnato a ognuno di loro un tris di canti. Avevano un limite di tempo in modo che tutta la Cantica ci fosse stata in un cd.
Il risultato (un triplo cd con confezione artigianale) è stato molto apprezzato.
 
Davide
Ora che ci penso… Ma sei Krell come la civiltà originaria del pianeta Altair IV?
 
Krell
Sì, il dottor Morbius, lo scienziato “pazzo” che vive su Altair IV, spiega agli astronauti le caratteristiche dei Krell, le creature che molti anni prima abitavano il pianeta e che si sono autoestinte a causa del loro terribile inconscio. Tra le varie mirabilia, a un certo punto il dottor Morbius fa ascoltare qualche secondo di musica Krell. Il pezzettino non è altro che un frammento della colonna sonora, che mi ha folgorato. Realizzata con un rudimentale sintetizzatore, forse un Elektronium, è il sonoro perfetto per la magia che pervade tutto il film.
 
Davide
La Krell fa anche ottimi amplificatori… Ma io sono stato terribilmente impressionato dalla combinazione Classé e diffusori Nautilus della B&W… Cosa pensi della dilagata moda Lo-fi anche in ambito elettronico?

Krell
Credo che sia importante l’intenzionalità del Lo-Fi, nel senso che si deve sentire che la bassa qualità del suono è ricercata, che il musicista voleva quei precisi suoni Lo-Fi e non altri. Infine deve riguardare la composizione del suono e certi accostamenti e assolutamente non la diffusione.
Personalmente amo certi suoni caratterizzanti, antichi, che rievocano uno stato preciso dell’arte, amo anche certi rumori bianchi, che se anallizati con attenzione ispirano determinate immagini, ma amo anche certi glitch che emergono dal silenzio assoluto…
 
Davide
Quali concept stanno dietro i tuoi lavori musicali (Alla ricerca del Krell perduto mi pare sottinteso)?
 
Krell
Oltre quello che citi, dedicato al Pianeta Proibito, e quello agli Egizi di Dendera, c’è Suoni, amonie e voci dagli abissi che è ispirato agli abissi oceanici. Utilizzando reali campionamenti catturati sotto le acque (lamenti di balene, orche, delfini e altri animali strani) ho composto dei brani con sonorità in parte “sommerse” e in parte allegre, perché non volevo associare necessariamente l’abisso alla tristezza. In effetti è uno dei pochi lavori che ha dei brani che definirei intelligent techno. Time’s Trilogy è una raccolta, mentre in ATMOCΘEPA (Atmosfera in lingua russa), interpreto musicalmente gli strati aerei terrestri utilizzando suoni noise e rumori bianchi fondendoli con strumenti tradizionali come la chitarra elettrica e il violino acustico dell’Egitto. Infine Bzzzoing! è un 3,5” di musica emessa da uno strumento costruito da me e partecipante alla mostra Klang! Suoni Contemporanei del 2009 a Viareggio.
 
Davide
Il futurismo è stato un grande momento per le avanguardie italiane (ma anche russe). E’ ciò che sta alla base delle tue esplorazioni di ogni forma espressiva? C’è ancora senso e spazio per una rivoluzione artistica?
 
Krell
Il futurismo sta alla base di tutta una serie di espressioni artistiche, come il dada o il surrealismo. E’ necessario tenere conto delle prime vere avanguardie quando si fa avanguardia, ma lo sguardo deve essere proiettato al futuro, come loro stessi professavano. E’ evidente, però, che questi ultimi anni (un po’ in tutti i campi artistici) c’è molto citazionismo. Una pratica un po’ pericolosa, perché si rischia di cadere nel remaking, ma se ben fatta, con garbo e moderazione, assolutamente piacevole.
 
Davide
Cosa stai facendo in questo momento o più o meno a breve?
 
Krell
Sto terminando il mio nuovo romanzo di fantascienza, Trans-Human Express. Un thriller catastrofico che ha come filo conduttore la musica (infatti ogni capitolo ha come citazione un brano musicale).
 
Davide
Grazie. A’ suivre.

Krell

Kipple in Touch!

intonarumori 06

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