KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Come costruire una arma in materassina

4 min read

Il gioco di ruolo dal vivo (Parte Settima)
Come costruire una arma in materassina

Ed eccoci giunti finalmente nella parte che sicuramente avrete atteso molto.
In questa trancia vi allego anche delle immagini in modo da eseplificare il tutto , le medesime sono tratte da alcuni siti di cui mi auguro di non violare il copyright.
Da dove si inizia di solito ? Dalla esposizione del materiale.
Per partire dovrete avere reperibili questi oggetti :
A) Innanzi tutto si parte dall’ anima interna della spada stessa ; ovvero sia una stecca in vetronite dello spessore di 0,8 ad 1 cm e della lunghezza di un metro e cinquanta. Vorrei già da qui consigliarvi che la misura più adatta a costruire una spada veloce parte dal centro del vostro palmo fino alla suola della vostra scarpa.
In questo modo avrete una spada di partenza sicuramente ben equilibrata da dove potrete così capire come sviluppare atre armi.
Per la bacchetta è probabile che incapperete in una non facile ricerca e quindi se proprio non dovestre riuscirla a trovarla , vi consiglio di sostituire al suo posto un tubo da elettrici del diametro di 1,2 cm.
Vi metto a conoscenza del fatto che ho visto persone usare come anima delle bacchette da pesca , sicuramente ne prende molto il lato di maneggevolezza , ma in antitesi concede alla spada un eccessivo ‘effetto frusta’ , che sferzato sul corpo con una carica eccessiva può causare lividi.
Vi ricordo come sempre che questo è un gioco e la prima regola è quella di divertirsi ed interpretare bene un personaggio e non di certo andare in giro a sferrare colpi potenti con la propria spada.
B) La materassina : Ovviamente qui vi potete sbizzarrire a cercare quello che vi serve , generalmente viene usata la materassina che si usa come piano per la tenda da campeggio o per fare esercizi di aerobica in palestra.
Consiglio personalmente la materassina ‘a strati’ , ovvero sia quella che se la esaminate da un fianco noterete una specie di ‘incollatura’ come se fossero due strati pressati l’ un con l’ altro.
C) Le colle : Ci sono varie ‘scuole’ o teorie filosofiche a riguardo , personalmente ve le cito tutte , in modo da farvi sperimentare il grado di ‘durezza’ che si esprime una volta estesa sopra il pezzo di materassina.
In ordine di apparizione si può usare ; il classico barattolo di Bostik od in sostituzione la colla neopremica (che eventualmente potete stendere all’ esterno della spada una volta costruita) una pistola per la colla a caldo ed un rotolo di American Tape di colore grigio che serve per sigillare le perdite di acqua.
La fase della costruzione :
Come in figura
voi dovrete pensare a queste misure come massimali , la lama centrale di circa 70 cm , l’ elsa di circa 5 cm , l’ impugnatura di circa 15 cm ed il pomello di altri 5 cm.
Di seguito specifico che la costruzione rappresenta in maniera verosimile il modo in cui storicamente si facevano le spade , quindi partendo dalla lama stessa , procedendo ad incastrare l’ elsa ricoprendo una parte più sottile di pelle per poi chiudere il tutto con un pomello sigillato.

Ora si parte con il cosiddetto ‘panino’ , ovvero sia uno strato triplo di materassina ove incastrerete la vostra anima di vetroresina.
Vi ricordate che vi ho detto di prestare attenzione ai materassini a ‘strati’ ? Ebbene , a mio giudizio dovreste con un colpo di cutter o di taglia balsa (una volta fatta l’ operazione di taglio come in figura) dividere i due strati , in quanto (a mio giudizio) una volta finito il ‘panino’ vi verrebbe una spada troppo spessa e quindi poco maneggevole.
Ma vi verrà più chiaro capire i concetti procedendo con l’ assemblazione della spada , quindi procediamo con la lavorazione di una delle tre parti di materassina come in figura sottostante.

Ora comincerete ad assemblare le prime parti del ‘panino’ in questo modo : prendete una parte intera della materassina e incollatela alla ‘trancia’ di materassina ove avete ricavato la scanalatura.
Ovviamente vi potete sbizzarrire ad usare le varie colle che vi ho suggerito , in modo tale da poter capire quanto pesa la parte del fendente.
Una volta fatto questo , appoggiate l’ anima di vetroresina in mezzo al canale assicurandovi di riempire eventuali interstizi con ulteriore colla , procedete ad appoggiare la terza parte ‘integra’ di materassina che precedentemente avrete spalmato di colla ed unite il tutto schiacciandolo sotto ad un peso , i libri tornano sempre utili ma non raccontatelo in giro ai vostri prof di come li utilizzate.

In figura
potrete notare che l’ anima è circolare e che il foglio centrale è di spessore di 12 cm , personalmente vi consiglio di sperimentare una anima centrare rettangolare ed il foglio centrale di renderlo di spessore leggermente superiore alla stessa stecca , a mio giudizio la stecca ‘rotonda’ potrebbe darvi (nel tempo) problemi di infiltrazione di aria e quindi rovinarvela anzitempo.
Una volta che la vostra spada sarà incollata dovrete definirla.

In questo
schizzo
si può notare una parte della spada e la parte finale della medesima , col vostro fidato tagliabalsa vi interesserete a ‘fare la punta’ alla parte terminale e a rifilare di una lunghezza pari di 50 mm il resto del corpo centrale.
Ovviamente quello che realizzerete sarà soltanto la parte vitale della spada stessa , se avrete scelto gli opportuni materiali , potrete già da adesso notare se la spada regge e quanto angolo ‘flettente’ essa ha ottenuto.
Per fare questo mettete di ‘piatto’ la vostra spada (ovvero sia in modo che sia in piano con il pavimento) e tentate di agitare in alto ed in basso la parte così ottenuta.
Se tutto è andato per il meglio , noterete che la spada non tende ad aprirsi o a non fare ‘rumori’ (come per esempio lo ‘strappo’ di una pagina) il che vi porterà a concludere che avete spalmato bene la colla e il ‘panino’ è stato saldato alla perfezione.
Con questo concludo questa parte della costruzione , nella prossima vi sarà l’ elsa , il rivestimento della impugnatura e l’ inserimento del pomello e ricordatevi che è solo un gioco.
 

 
Antonio Corradi

Commenta