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Guardandosi intorno

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Guardandosi intorno

La fine della stagione cinematografica, con sale che chiudono e film che spopolano nelle poche rimaste (vedi Matrix), non consente grandi programmi a livello di pellicole. Ma a volte il destino ci è benevolo. Ci tenevo a segnalare con queste poche righe, due piccoli film che ho visto e che consiglio, a chi avrà difficilmente la fortuna di incrociarli. "Paris, dabar", parafrasando proprio la mitica Parigi-Dakar, è una sfida alcolica organizzata da un gruppo di amici che, divisi in gruppi, devono, attraverso il percorso di quattro bar prestabiliti, bere nell’arco di quattro ore una quantità di vino o birra superiore agli altri senza stare male, pena squalifica. Chi vince, si aggiudica come premio, tenuto segreto, una notte con Luna, un trans loro conoscente.
Il film, girato a Bologna dal regista Paolo Angelini, incornicia come luogo fisico Via del Pratello e tutti i protagonisti che lo frequentano. La sfida diventa ovviamente un modo per presentarci i personaggi che abitano questo underground bolognese, le loro storie, i loro rapporti, e i loro sogni, che l’alcol lentamente porta a galla. Il film è divertente e ci porta a riflettere sul senso dei rapporti umani e perché no, anche della vita, girato on the road con camera a mano, testimone di una sfida che alla fine si trasforma in una festa alla Kusturica, con relativa banda e tifosi che accompagnano i partecipanti. Un piccolo gioiellino da incrociare sul proprio percorso cinematografico. Un consiglio, per chi vuole approfondimenti su questa pellicola, è di visitare l’ottimo sito
www.parisdabar.com, dove potrà trovare schede complete sul film ed i suoi protagonisti.
L’altro film che vi vorrei segnalare è una piccola pellicola di 50 minuti, e vede protagonista il territorio della montagna della provincia di Reggio Emilia, descritta attraverso la figura di Giovanni Lindo
Ferretti (leader storico di gruppi musicali come CCCP e CSI ed attualmente del progetto PGR) e del suo Festival "Confusion&", una rassegna distribuita lungo tutto il periodo estivo che vede protagoniste le musiche tradizionali di gruppi proveniente dalla più svariate collocazioni geografiche, dall’est Europa delle comunità zingare ed ebraiche, dall’africa nera dei villaggi zulù, dalle popolazioni nomadi asiatiche, ed infine dalle tradizioni popolari della nostra penisola. La pellicola girata dalla giovane regista milanese Sara Pozzoli, è intitolata "Echi di Pietra", e utilizza proprio come immagine simbolo la Pietra di Bismantova, la montagna reggiana divenuta icona del Festival. Le sue immagini ricompongono un quadro estremamente poetico, uno stupore per la scoperta di luoghi che non appartengono alla propria tradizione, ma di cui ci s’innamora immediatamente. Giovanni Lindo Ferretti è la voce narrante, è la guida che abita da sempre la montagna reggiana, la cui storia personale, nonostante lo abbia portato a vivere e visitare luoghi geografici estremamente lontani, è legata intimamente a questi territori. Attraverso il ricordo dei propri affetti familiari, ai testi delle proprie poesie e canzoni che sottolineano i momenti della sua infanzia, Ferretti ci accompagna nella scoperta di luoghi in qualche modo magici, terre già abitante da antiche popolazioni celtiche e linee di passaggio fra diverse culture. Ed è in questi luoghi che oggi, il festival colloca tradizioni musicali di tutto il mondo. La pellicola, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Ferretti, è totale espressione della regista Sara Pozzoli, lui è risultato essere solo un mezzo, non influenzando con la sua presenza le scelte dei testi da inserire o i gruppi da riprendere. L’unico appello che Ferretti ha lanciato alla presentazione del film è stato quello di tornare sulle montagne: la sua esperienza dimostra che sul crinale si può vivere una vita assolutamente agiata. La pellicola, co-prodotta dalla Provincia di Reggio Emilia, sarà presentata a vari Festival della nostra penisola. La raccomandazione è ovviamente, se capiterà l’occasione quella di non perdersela.

Andrea Leonardi

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