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Nella lavanderia del subconscio

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Nella lavanderia del subconscio

“Nettoyage a sec” è un bel film della regista francese Anne Fontaine che tratta in modo deciso ed intenso di una coppia e della paura del
“terzo elemento” o, addirittura, della paura della sua mancanza.
JeanMarie e Nicole sono sposati da quindici anni e gestiscono insieme una lavanderia a secco che ha finito con l’assorbire tutto il loro tempo, compreso quello necessario per evitare il palese logorio del rapporto. Una sera vanno con degli amici al “Ranch”, un modesto locale notturno di provincia dove, un po’ alticci, conoscono la coppia di ballerini che ha animato la serata. Fratello e sorella girano la
Francia sorretti da ingaggi precari e lui, Loic, è pericolosamente attraente. Da quel giorno la vita della coppia si trasforma: lavandai di giorno e sempre più coinvolti nella perdizione di notte. Loic diventa addirittura parte della famiglia e dipendente della lavanderia. Da questo momento in poi il giovane, le sue trasgressioni, l’indubbia carica erotica che sconvolge Nicole, le marchette, la conturbante tendenza omosessuale nei confronti di JeanMarie diventano la vita vera e propria. Nicole cede a Loic ma vorrebbe allontanarlo nel nome di un legame di coppia che ora non esiste più, JeanMarie è tanto imbarazzato quanto eccitato dalle allusioni di Luic e Luic stesso comincia a perdere il controllo di una situazione che sembrava avere creato appositamente. Ognuno di loro è ora tre differenti persone: quella che la gente conosce e quella che ognuno degli altri due desidera. Nicole è passionale con Luic, formale con JeanMarie e gentile commerciante con la gente. JeanMarie fa la parte del gatto col furbo topo Luic, quella del marito ragionevole con Nicole e quella del lavoratore con la gente. Luic non ha bisogno di recitare tre parti diverse perchè la sua personalità e le sue esperienze gli permettono di essere esattamente come lo si vuole vedere. L’epilogo è crudo, molto diverso da quanto ci si poteva immaginare all’inizio di un film che ha come protagonisti due anonimi abitanti di una cittadina con una piccola stazione. Si potrebbe pensare che “Nettoyage a sec” è la spiegazione e l’estensione di un qualsiasi minuscolo trafiletto di cronaca locale che riporta solo le conseguenze di una ben più ampia storia.
Tra gli interpreti spicca Miou-Miou, molto conosciuta in Francia, ed il bel Stanislas Merhar nella parte di Loic. La Fontaine pone l’attenzione sul fatto che una storia del genere ha connotati ben diversi se si svolge tra provincial, persone che parlano in modo semplice, hanno solitamente una mentalità più ristretta, sono poco abituati a parlare ed ascoltare vicende come questa. Probabilmente è vero anche se, aggiungo io, la dimensione provinciale per gli stessi motivi aggiunge intensità ed esalta le estremità. Un buon film che merita di essere visto.

Michele Benatti

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