KULT Underground

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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Nel mese del compleanno di KULT Underground (il TERZO compleanno, si badi bene) non poteva non essere ben fornita quella che io considero la spina dorsale della rivista: la rubrica SUSSURRI.
Contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno, non c’è stato, almeno per il momento, quel fenomeno di “riflusso” che ha ridotto il numero di collaborazioni all’inizio del “grande freddo”. Che sia forse merito del caldo che continua imperterrito a protrarsi, nonostante il calendario?
Qualunque sia la ragione, approfittatene. Sia i racconti sia le poesie hanno complessivamente non solo un discreto livello, ma una buona varietà che non mancherà di solleticare i palati di tutti. Si parlava di un altro concorso di SUSSURRI, o mi sbaglio? Mah… per il momento non si sono levate abbastanza voci a favore… mentre, e questa è un’anticipazione che potrebbe pure essere smentita, ho già sentito qualcosa per un HOLDEN II… detto così suona come un seguito di un film dell’orrore, ma penso che nessuno dei lettori di SUSSURRI si lascerebbe trarre in inganno, vero?
Seguiteci e saprete. E magari, fate un salto alla festa di compleanno… (e uno)

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Arrivato settimo al concorso letterario di SUSSURRI L’ultimo barbaro di XXXX ha ricevuto comunque ben 28 punti. Il racconto, di ambientazione fantasy, ha uno stile singolare che alterna visioni in prima persona, a cori e riflessioni. Un buon finale ad effetto, raggiunto dopo una sequenza di complesse scene di battaglia e di monologhi interiori, ha sortito un effetto diverso sui vari componenti della giuria che lo hanno o incensato o stroncato, senza soluzione di continuità, penalizzando, in media, il giudizio complessivo.

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La prima poesia di questo mese è Sarebbe bello di Mia Preti: un brano corto e semplice, quasi musicale, che ha come tema l’impossibilità di controllare i nostri sentimenti, anche quando questi diventano causa di dolore. La spontaneità espressiva di Mia sembra non venire mai meno, anche se, in qualche caso, questa turba forse la struttura ritmica del pezzo.

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Sensuale ed intrigante, Carmen è la seconda poesia di Luciano
Cavazzuti che appare sulle pagine di SUSSURRI. L’autore si cimenta questa volta con il tema forte della passione, e riesce, in pochi veloci versi, a dipingere un’immagine femminile completa e sfuggente insieme. I riferimenti classici, l’uso di un gergo attento e studiato, arricchiscono i pochi elementi presenti e rafforzano l’intensità espressiva.

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Ben scritta, e originalmente strutturata, Motus di Massimo Borri, risulta essere un buon esempio di poesia che prende spunto dalla filosofia Zen: una giornata, scorporata dal tempo, è fonte di riflessione, di meditazione; le domande si susseguono senza risposta; alla fine la mente si spegne, e il tutto fluisce nell’anima. I singoli passaggi sono caldi e dotati di spessore, e il livello cosmico da cui tutto prende spunto rende probabilmente più forte e coinvolgente l’intera trama. Sicuramente un ottimo testo.

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Unico brano in inglese di questo ottobre, For you(?) di Untold evening tales diventa l’unico “contatto” per chi, e ce ne sono, “sbircia” tra le pagine internet di KULT Underground dall’estero. Una rivista dichiaratamente italiana, magari non dovrebbe preoccuparsi di questo, ma non ci dispiacerebbe avere altri autori in lingua differente e dare un respiro un po’ più internazionale a SUSSURRI… ma sto divagando.
Parlando della poesia si può dire che contrariamente al filone conduttore della produzione di Untold evening tales questo è un testo
“allegro”… da qualche nota, accennata con la voce, la mente ricava l’immagine di qualcuno caro lontano, e la distanza, il tempo, si annullano, in una promessa (o forse è solo speranza) di un giorno in cui ci si incontrerà di nuovo. L’idea è piacevole, e, a tratti, anche il ritmo è buono, e fa risuonare nella nostra immaginazione il motivetto inesistente di cui si parla.

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Di buon livello, e dotato di una trama interessante, Una seconda possibilità di Claudio Caridi, è per il momento il miglior testo di questo autore che io abbia avuto tra le mani. Claudio Caridi, membro dello STIC, incastra agevolmente il capitano Kirk (della serie classica) e il capitano Picard (della Next Generation) nello stesso racconto, riuscendo a mixare scene d’azione e passaggi “surreali”, per giungere ad un finale ad effetto, ben concepito e scritto fino all’ultima parola. E in questa carrellata di immagini, in cui si passa da una ricostruzione di un “mondo” cinematografico all’altro, si toglie anche lo “sfizio” di distruggere entrambe le Enterprise… Un buon racconto di fantascienza che non mancherà di coinvolgere anche i quei pochi che non sono fan di Star Trek.

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Chiara e il mare di Marco Giorgini è un racconto che forse avrebbe potuto partecipare al concorso del giovane Holden. Il tema è quello del disagio giovanile, visto da chi ha passato esperienze di un certo tipo, e dopo esserne uscito si ritrova, una sera come tante, in mezzo a più giovani compagni di quel tempo. Il passato si fonde nella mente con il presente, ed i dubbi, le ferite, si ripropongono con una malinconia ineluttabile.

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Tra il materiale che ARTEMISIA ha inviato a KULT Underground per la pubblicazione, uno in special modo mi ha colpito: C23 di Teo. Teo, che forse qualcuno ricorderà per le storie dell’uomo verde, ha una dote espositiva affascinante e piacevole, e in questo “brano” i singoli episodi sono effettivamente notevoli. Non so se ci sia un legame tra loro. Forse sì. O forse no, forse sono solo immagini (tra l’altro ben costruite) e il loro scopo è dare idee, colori. I temi, quasi tutti introspettivi, hanno un passo leggero, tenue, delicato, e tutto ciò che si sente, mentre con la fantasia si lascia la nostra mente volare in questi piccoli sprazzi di luce, è effettivamente “un fruscio raro”.

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Dal vasto repertorio della rete del Giovane Holden questo mese abbiamo deciso di proporre Morte di Sabrina Fontanini. Un testo semplice, breve, ma nello stesso tempo, intrigante e suggestivo. La semplicità della trama è mitigata dall’invenzione narrativa (il flashback impossibile, mascherato come sequenza televisiva) e i richiami agli stati d’animo dei tre protagonisti, i rapidi accenni ai loro problemi esistenziali, ai loro dubbi, alle loro incertezze, rendono questo scritto valido e piacevole.
A chi, dopo avere letto questo testo, non viene in mente Video Girl
Ai? Se, e non lo credo, un minimo di ispirazione c’è stata, la dinamica completamente differente renderebbe comunque il racconto ugualmente originale.

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E’ da un po’ che non invito i lettori ad inviarci materiale… ma c’è ancora bisogno che lo dica? Questo spazio è per voi… penso che ormai sia chiaro a tutti!
Buona lettura, e non mancate di intervenire alla festa di KULT
Underground (e due) (se non altro per esprimere di persona i vostri giudizi ai vari autori).

Marco Giorgini

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