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La carta di Roma

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La carta di Roma

5 sett.1996

Ringrazio Enrica Barbieri e Elisabetta Ferrari per aver voluto gentilmente esporre le proprie opinioni riguardo al tema della discriminazione fra uomo e donna sia nell’ambito familiare che nel mondo del lavoro dove si vede la donna impegnata affinchè i propri diritti siano riconosciuti e rispettati. Un tema molto delicato da trattare perchè porta a far emergere e mettere in discussione stili di vita consolidati, convinzioni etico-religiose, rapporti socio-economici e pregiudizi radicati e tramandati acriticamente da una generazione all’altra.
Alcune frasi incoraggianti nell’esposizione ben argomentata di Enrica mi hanno convinta a fare un ulteriore passo nella ricerca e riportare qui il testo ufficiale scaturito dalla Conferenza europea di Roma organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla quale hanno partecipato 13 Stati le cui rappresentanti verranno citate alla fine del testo.

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Carta di Roma 18 Maggio 1996
LE DONNE PER IL RINNOVAMENTO DELLA POLITICA E DELLA SOCIETA’.

Noi sottoscritte donne ministro di Stati membri della Unione Europea, riunite a Roma il 18 maggio 1996, su invito del Presidente del
Consiglio della Unione Europea, in occasione della Conferenza europea
Le donne per il rinnovamento della politica e della società abbiamo insieme adottato la seguente Carta:

1. Constatiamo che esiste un deficit di democrazia
Nonostante l’evoluzione nei ruoli di uomini e donne nella società europea, il riconoscimento generalizzato a livello normativo dell’uguaglianza di diritti fra uomini e donne, e le politiche per le parti opportunità perseguite all’interno degli Stati membri dell’Unione Europa, notiamo che la condizione delle donne nella società è tuttora caratterizzata da disuguaglianza nella maggior parte dei settori. Questa disuguaglianza si riscontra in tutte le istanze e organismi decisionali della politica, dell’economia, della vita sociale e culturale, e, a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, dove le donne sono in genere in una posizione minoritaria.
Consideriamo di grande importanza la ricerca della Rete Europea di esperte sul tema Donne e processi decisionali; diamo atto che essa rappresenta un grande contributo ad una maggiore visibilità in questo campo, e pertanto costituisce una base per l’azione.
Dalla Dichiarazione di Atene, adottata nel 1992 in occasione del primo vertice europeo delle donne in posizioni di potere, sono stati fatti passi avanti sostanziali. Questi progressi, tuttavia, sono ancora insufficienti.
In campo politico, negli Stati membri la presenza media delle donne nei parlamenti nazionali è del 15%, e del 16% nei governi. Il 28% dei parlamenti europei in carica e il 25% dei membri della Commissione
Europea sono donne.
In altre sfere della società civile in cui si assumono decisioni che hanno un impatto indiscutibile sulla vita dei cittadini e delle cittadine, la rappresentanza femminile ai livelli decisionali può essere ancora più bassa.
Di conseguenza, non possiamo fare a meno di affrontare il fatto che la vita politica e più in generale i processi decisionali sono tuttora dominati dagli uomini. Ciò limita gravemente la qualità dei processi decisionali e della democrazia. La democrazia acquisirà un significato reale e dinamico quando donne e uomini insieme definiranno i valori che vogliono affermare nella vita politica, economica, sociale e culturale, e insieme prenderanno le decisioni che contano.
2. Lanciamo un appello per il rinnovamento della politica e della società
La partecipazione ugualitaria di donne e uomini ai processi decisionali è un obiettivo prioritario a livello europea. Ciò è necessario per rivitalizzare la democrazia e i suoi meccanismi; una condivisione equilibrata del potere e delle responsabilità fra donne e uomini migliorerà la qualità della vita di tutta la popolazione; la rappresentanza di tutte le componenti della società è indispensabile se si vogliono affrontare i problemi della società europea. E’ prioritaria l’attuazione efficace delle politiche per ottenere una partecipazione e partnership ugualitarie fra uomini e donne.
Le donne, se sufficientemente numerose, contribuiranno al mutamento della politica e dei processi decisionali, in termine di priorità e di contenuti, oltre che di pratiche decisionali.
Un rinnovamento della politica e della società si realizzerà con il contributo congiunto e con una partecipazione equilibrata di donne e uomini. Questo contributo e questa partecipazione colmano il distacco fra cittadini/e e politica, rivitalizzando la democrazia e aumentando la fiducia dei cittadini e delle cittadine nelle istituzioni democratiche. La partecipazione ugualitaria delle donne a tutti i livelli delle strutture decisionali in campo economico, sociale e culturale necessaria anche per garantire che si tenga conto delle esigenze delle donne e degli uomini in tutte le politiche, i programmi e le azioni;

3. Dichiariamo il nostro impegno perchè venga riconosciuta l’uguaglianza fra uomini e donne come priorità della Unione Europea.
La principale responsabilità della Conferenza intergovernativa (CIG), che come previsto dal Trattato di Maastricht procederà alla revisione dei trattati europei, è il rafforzamento della democrazia europea, avvicinando di più ai cittadini e alle cittadine i concetti e le strutture dell’Europa stessa. I rappresentati dei governi nazionali, il parlamento europea e la Commissione europea hanno dichiarato che questo obiettivo è prioritario.
Più di metà dei cittadini d’Europa è donna. Una società europea democratica deve pertanto costruirsi sull’uguaglianza efficace e reale fra i cittadini di entrambi i sessi.
Affermiamo il nostro impegno perchè uguaglianza fra donne e uomini venga iscritta nel nuovo Trattato della Unione Europea. Consideriamo indispensabile integrare un punto di vista di genere in tutte le politiche della Unione Europea (mainstreaming). Tale questione è al cuore della cittadinanza europea, e delle condizioni della sua applicazione.
Facciamo appello alle istituzioni e organismi della Unione Europea affinchè adottino con urgenza una strategia per ottenere una partecipazione ugualitaria di donne e uomini, e fissino obiettivi concreti a questo scopo.

4. Riconosciamo la necessità di azioni concrete a tutti i livelli per promuovere la partecipazione ugualitaria ei donne e uomini ai processi decisionali in tutte le sfere della società.
Dove si sono verificati passi in avanti, in particolare nella sfera della vita pubblica (nelle assemblee elettive, nei consigli e nei comitati consultivi) essi sono stati il risultato dell’applicazione da parte dei governi e dei partiti politici di incentivi e/o misure legislative o di regolamentazione.
E’ necessaria una strategia integrata e specifica, se si vuole ottenere una partecipazione ugualitaria in tutte le sfere delle società. In questa luce consideriamo molto positiva la Conferenza di
Roma Le donne per il rinnovamento della politica e della società.
Ci impegniamo ad agire per l’obiettivo urgente di maggior potere delle donne(empowerment) e sviluppare gli incentivi e/o le misure legislative o di regolamentazione necessarie a questo fine.
Facciamo appello a tutti i soggetti interessati, uomini e donne, affinchè sostengano questo impegno traducendolo in azioni concrete per l’empowerment delle donne, e per ottenere una partecipazione ugualitaria di donne e uomini nei luoghi di potere, di influenza e decisionali in tutte le sfere della società.

Rappresentati degli Stati Europei:
Austria: Helga Conrad (Ministra degli affari femminili)
Belgio: Miet Smet (Ministra del lavoro dell’occupazione e della politica per le pari opportunità tra uomini e donne
Danimarca: Jyite Andersen (Ministra del Lavoro)
Francia: Corinne Lepage (Ministra dell’ambiente)
Finlandia: Terttu Huttu-Juntunen (Ministra degli affari sociali e della sanità)
Germania: Claudia Nolte (Ministra della famiglia, degli anziani, delle donne e dei giovani)
Grecia: Vasso Papandreu (Ministra dello sviluppo)
Italia : Livia Turco (Ministra per la solidarietò sociale); Rosy Bindi
(Ministra della Sanità); Anna Finocchiaro (Ministra per le parti opportunità)
Irlanda: Nora Owen (Ministra della giustizia)
Lussemburgo : Marie J. Jacobs (Ministra della prmozione della donnna, della famiglia, dei disabili e degli invalidi)
Olanda: E. Borst-Eilers (Ministra della sanità, della previdenza sociale e dello sport
Portogallo: Elisa da Costa Guimares Ferreira (ministra dell’ambiente)
Svezia: Margureta Winberg (Ministra del mercato del lavoro)

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Per chi si sente in vena di ulterori riflessioni proporrei il tema dello sfruttamento dei minori (per la quasi totalità al femminile nella sfera sessuale) e chiedersi se i danarosi maschi europei abbiano il diritto di calpestare tutto e tuttti.

Angela Di Pasquale

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