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Smerinthus Ocellatus L.

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Relazione sull’allevamento di

Smerinthus Ocellatus L.

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Descrizione del Lepidottero

La massima apertura alare di questa Sfingide sfiora i 90 mm. Le ali lasciano pensare ad un buon volatore, poiché le appendici di quelle anteriori sono lunghe ed appuntite; i loro margini esterni formano un angolo acuto con il margine delle posteriori. Qui mostrano due piccole insenature. Il bordo inferiore delle anteriori descrive una specie di arco slanciato che si esaurisce in prossimità dell’attaccatura al torace. La pagine superiore delle ali anteriori è alquanto variopinta: la gamma delle sfumature cromatiche vanno dal marrone scuro al verde oliva, al grigio. Le ali posteriori, più piccole, sono di forma rotondeggiante ed hanno una leggera incurvatura nel bordo inferiore.
Il loro colore tende al grigio marrone chiaro. Una fascia di colore rosa-rossastra parte in corrispondenza dell’attaccatura per esaurirsi in prossimità dei due grossi ocelli. La parte superiore del torace è ricoperta da una fitta peluria scura che varia in una tonalità grigio-verde oliva nella parte inferiore. I maschi e le femmine di questa specie sono facilmente riconoscibili per le antenne di forma diversa (maschi con antenne grosse, femmine con antenne sottili).

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Allevamento

Il 9/4/76 ho prelevato 30 crisalidi di Smerinthus Ocellatus L. per postarle in un ambiente la cui temperatura era di 20 gradi centigradi.
Le crisalidi provenivano da bruchi raccolti nel 1975, poi sistemati in cassette per crisalidi, a temperature invernale, su un balcone aperto dove, ogni due o tre giorni, venivano spruzzate con acqua per evitare che si disseccassero. Nell’ambiente chiuso invece, le crisalidi venivano spruzzate quotidianamente con acqua calda. Esse sono lunghe dai 35 ai 40 mm, lisce e regolarmente cilindriche.

Il 20/5/76 dischiusero 2 maschi e 2 femmine. DI giorno le farfalle venivano poste sul balcone in una gabbia da volo al calore del sole, poiché secondo recenti esperimenti è stato appurato che l’esposizione al sole favorisce l’accoppiamento in cattività, soprattutto degli
Eteroceri. Nella notte del 21/5/76 potevo così ottenere due accoppiamenti.
La gabbia aveva le seguenti dimensioni: cm 80x60x60, era ricoperta di garza su ogni lato e conteneva alcuni rametti in un piccolo vaso. Gli accoppiamenti avevano avuto luogo su un uno di questi rametti. Le femmine fecondate furono da me poste in contenitori cilindrici di plastica precedentemente rivestiti internamente con carta ruvida.

Già il 22/5/76 furono depositate da entrambe le femmine 157 uova. Esse si presentano di forma ovale leggermente appiattite e con una colorazione verde. Le uova furono raccolte e sistemate in un altro piccolo contenitore di plastica, su carta leggermente inumidita.

Il 30/5/76, esattamente dopo 8 giorni, uscirono i primi piccoli bruchi che furono immediatamente posati su salici e pioppi. Questi ultimi tuttavia, presentando in questo periodo ancora foglie appiccicaticce, non apparivano del tutto pronti.
Alla schiusa i bruchi sono lunghi circa 6 mm. e di colore verde; hanno quattro paia di zampe a corona, tre paia di zampe da presa e un paio da spinta.
Il corno anale è di colore rossiccio-marrone scuro. Su entrambi i lati del corpo si possono già riconoscere 6 strisce chiare e oblique.

Il 4/6/76 i bruchi passano la prima muta. Sono ora lunghi 10 mm. Il capo è di forma triangolare con la punta rivolta verso l’alto. Sul suo apice si nota una protuberanza rossastra. Il corno anale è di colore rosso scuro-violetto, mentre al cuticola ed il capo sono verdi. Su entrambi i lati del corpo, in corrispondenza di ogni segmento, si distinguono cinque strisce chiare e oblique. In più ci può essere, su due lati del corpo, un’ulteriore striscia chiara, lunga dai 3 a 4 mm, declinante verso il basso.

Il 6/6/76 i bruchi hanno superato la seconda muta e misurano dai 15 ai
16 mm. Il colore e la forma del capo non sono cambiati. Il corno anale
è di colore lilla verso l’apice. La cuticola ed il capo sono punteggiati da minuscoli granuli bianchi, ornamentali.

Il 10/6/76, esattamente dopo 4 giorni, i bruchi avevano superato la terza muta. Ora sono lunghi circa 17-18 mm, colorati di verde chiaro,.
Il corpo ed il capo sono ornati da papille piccole e chiare. Il capo, triangolare con al punta rossa, è orlato da una striscia chiara. Pure chiaro si presenta il corno anale. Su entrambi i lati del corpo ci sono 6 strisce oblique e un’altra striscia chiara corre verso il fondo.
Il giorno 11/6/76 erano già lunghi 20 mm, il colore del corpo tendeva al verde-blu e la valvola anale era attraversata da una sottile striscia chiara.

Il 15/6/76, dopo al quarta muta, i bruchi avevano raggiunto i 50 mm di lunghezza. Su entrambi i lati del corpo si notano chiaramente gli 8 stigmi di colore violetto oltre le 6 strisce chiare trasversali. Il corno anale è blu chiaro mentre il corpo è verde chiaro tendente all’azzurro. Dal corno anale corre verso il basso una striscia chiara e obliqua, parallela alle altre. Sul capo, triangolare e di color verde, è sparita la papilla rossa e sono comparse, ai suoi lati, due strisce bianche lunghe un centimetro circa. L’intero corpo è ornato da verruche bianche, piccole e dure.

Il 22/6/76 i bruchi ormai maturi raggiungono la lunghezza di 55-58 mm.
Inizia la fase di impupamento.
In questo momento sarebbe opportuno poter disporre di un alto contenitore che abbia internamente gli angoli arrotondati perchè in presenza di angoli acuti spesso le crisalidi si sciupano.
I bruchi, tendenzialmente, sistemano la parte anteriore del corpo negli angoli; la schiudono e la cuticola, qualora vi siano degli angoli, a volte può non venire facilmente eliminata, così, soprattutto in corrispondenza del capo, le crisalidi possono risultare danneggiate. Ciò non avviene invece quando gli angoli sono arrotondati ed il bruco trova un ambiente più favorevole all’impupamento.
Nelle mie ultime esperienze ho trovato adatto all’impupamento una miscela di terra setacciata e di grossa segatura.
Dopo circa quattro settimane ho tolto le crisalidi dalle cassette di impupamento e lo ho trasferite in altre cassette idonee a superare l’inverno, come ho riferito all’inizio.

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Alcuni dati per collezionisti

e allevatori

Farfalla presente in tutta Europa e nell’area mediterranea.
Comune nell’Italia settentrionale e centrale fino oltre i 1500 mt, può giungere, con frequenza minore, fino alla Sicilia.
Una generazione. Vola da giugno ad agosto nelle ore notturno (dalla mezzanotte all’alba).
Frequente nelle valli, nei prati, frutteti, parchi e vivai.
Bruchi principalmente sui salici a foglia piccola (Salix fragilis,
S.cinerea, S.aurita, S.purpurea) e sui pioppi (Populus pyramidalis), ma anche sul melo, pero e susino (Prunus domestica, P.spinosa,
P.padus), che costituiscono la sua alimentazione.
L’imbozzamento ha luogo nella terra. La crisalide sverna.

(15 Febbraio 1977)
Giorgio Malferrari

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