KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Everything’s gonna be allright

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Everything’s gonna be allright

Il titolo di questo mese poteva in effetti essere anche “col fiatone”, o “senza un attimo di tregua”, ma alla fine si è optato per questo augurio per il nostro (ed il vostro) futuro: everything’s gonna be allright, ogni cosa si sistemerà.
E il bello è che le cose, tanto per cambiare, non si devono sistemare perchè stanno andando male, ma semplicemente perchè stanno andando più veloci di noi, stanchi redattori, e si stanno moltiplicando a dismisura, tanto che, spesso, siamo costretti a rinunciare a questa o quella iniziativa per motivi di tempo…
I primi di voi che leggeranno queste mie righe di apertura al numero sedici, (febbraio 1996), probabilmente saranno presenti alla “seconda puntata” della manifestazione dedicata ad editoria (elettronica e non) e ai giochi di società, che si terrà a Modena dal 3 all’11 febbraio; e questo secondo anno, alla coppia Libriamo e Giochiamo, che ha riscosso un discreto successo nel novantacinque, e che ci ha visti partecipare insieme al Club 64 con uno stand tutto da ricordare, si è aggiunto un terzo elemento, che in un modo o nell’altro ci coinvolge:
Multimediamo.
E dico che ci coinvolge per più di un motivo: è il luogo che ci ospiterà fisicamente quest’anno, ed è logicamente un manifestarsi di una tendenza che si sta sviluppando sempre di più da un anno o giù di lì, e che ci ha visto muovere, a fianco di colossi ed elementi minori, verso il raggiungimento di una meta quasi comune.
Ritornando mentalmente per un istante solo al febbraio dello scorso anno, è interessante notare come in quel periodo già più d’uno parlasse di editoria elettronica con enfasi, e come già fossero presenti punti importanti di ciò che riguarda questo settore particolare; ma è interessante ricordare come il fenomeno fosse limitato, underground, per così dire. Per televisione il termine
Internet era sconosciuto, o usato al pari di “desossiribonucleico”, e la gente che aveva il modem aveva una sola sigla sulle labbra: BBS.
Poi su internet Unione Sarda, aprì la carrellata dai quotidiani con pagine on the net, seguita a ruota da altri, e, dopo un tormentato periodo in cui molte cose sarebbero dovute capitare, anche Modena e
Bologna avevano accessi da distribuire al pubblico fuori dalle università.
Ed in sequenza, ed è questo in realtà che si “festeggia” a
Multimediamo, esplose la serie infinita dei CD multimediali, e delle riviste elettroniche presenti su questo supporto.
E’ difficile per me ora (non sono un cronista, e l’unica cosa che ricordo con precisione sono nomi di variabili e funzioni) rammentare l’esatta sequenza dei fatti, e ciò che c’era, e ciò che non c’era, ma una cosa me la ricordo: la mentalità della gente, la sua predisposizione verso un certo tipo di prodotti software / libri elettronici, è rapidamente cambiata.
Internet, come moda, ha dato del suo, perchè la gente iniziasse a sbirciare dietro i monitor dei conoscenti e amici, alla ricerca di un
AVI, di un WAVE, o di un MOV, come se queste cose fossero la più grande invenzione dopo il televisore ed il telefono cellulare, e come se i giochi fossero diventati improvvisamente molto meno interessanti di prima.
Che dire? Un po’ di amarezza a dire il vero ce l’ho, quando vedo tanta gente con a casa dei Pentium, con schede 3d e Sound Blaster 32, gioire dentro agli Uffizi virtuali, e non concepire un altro uso creativo di tutto questo hardware, ma comunque, l’avvicinarsi di tanta gente, prima restia, verso il PC è un fatto che sicuramente darà i suoi frutti.
O meglio, come accennato anche in gennaio, in parte qualcosa possiamo dire che già è successo, qualcosa che non coincide solo con un incremento di vendite di hardware e software; mi riferisco ovviamente al nascere o al progredire di iniziative più o meno indipendenti, sia sul caotico ma ricchissimo “paradiso” Internet, sia sul più terreno territorio delle pubblicazioni multimediali low price o, come la nostra, freeware.
E questo, ovviamente, è solo la punta dell’iceberg, ovvero la sola parte visibile di un movimento che fa sì che non pochi provino a fare grafica con il computer, o musica, o testi, o altro.
Con un word processor discreto, ora è possibile anche per un gruppo di tre o quattro persone, preparare un giornale amatoriale con un impaginazione “seria” e dignitosa; con un programma di ritocco fotografico, con molto estro e con un po’ di hardware, adesso assolutamente abbordabile, moltissime cose possono essere fatte, dal punto di vista artistico e sperimentale; e con una tastiera e il tracker giusto, anche per la musica ben pochi sono i limiti… se ricordate la pubblicità dei primi Amiga, quella cioè con la fila di persone disposte una di fianco all’altra, tutte con hobby o lavoro esplicitamente differenti e creativi, che sosteneva che con il neonato di casa Commodore la fantasia non aveva più confini, direi che adesso come adesso quello stesso slogan sarebbe azzeccatissimo per qualunque computer della nuova generazione.
E la fantasia non ha effettivamente più confini, se si guardano i mezzi a disposizione e la capacità di diffondere quanto fatto, rapidamente e su larga scala.
Il problema è solo che per tutto ci vuole tempo, e per il momento, per quanto molte più persone abbiano un “multimediale” a casa, magari un modem, e quasi sicuramente un CDx2, da qui a vedere forme di aggregazione culturale o artistica basata su computer, il passo non è ancora breve.
Chi ci prova, ovviamente c’è, e loro come noi, pionieri in un campo che forse si troverà arato tra poco, pronto per la semina, grazie a
Microsoft, che con la campagna pubblicitaria di Windows 95 sta rendendo “necessario” un computer per ogni famiglia, sapremo almeno di esserci stati, di avere avuto gli occhi e le orecchie aperte quando era il momento, e di essere serviti almeno come substrato per un qualcosa che verrà comunque con sicurezza trascinato da fenomeni commerciali più grandi e meno idealistici di noi.
Il consiglio che comunque diamo a tutti voi, e che chi collabora ha già non solo recepito, ma anche messo in pratica, è “agite, e trovatevi un posto”. Le possibilità di comunicare, di esprimersi, di farsi conoscere, di trovare nicchie ancora sconosciute con possibilità di mercato, sono alte.
E tra i nostri collaboratori infatti c’è chi, a mio modesto parere, avrebbe potuto trovare una collocazione anche altrove, tanto alto è il livello con cui scrive, e la passione con cui mese dopo mese si impegna a migliorare ancora, ma che non ha voluto perdere l’occasione di essere con noi in questo momento, perchè forse, dopo tutto, anche loro la pensano in questo modo: ci sono ancora punti da sperimentare, e cose da fare, e per quanto nessuno di noi sappia con esattezza cosa il futuro ci riservi, tutti siamo concordi del valore della pietra che stiamo appoggiando su questo muro che cresce.
Poi si vedrà.

Anche quest’anno verrà scattata (tempi ed imprevisti permettendo) un’altra istantanea, un’altra foto che racchiuderà in una sola immagine la KULT crew in fiera, in modo che nomi e volti permangano, a prescindere da cosa e chi ci sarà più avanti.
L’anno scorso tra i sette di noi che vennero immortalati c’era anche uno dei “padri fondatori” di KULT Underground, ovvero Massimo Borri, attualmente sparito in un servizio civile a Sestola, che ha lasciato un vuoto di lezioni di giapponese e di recensioni di materiale in tema; vuoto se non colmato, almeno rigestito da due nuovi personaggi che hanno dato e stanno dando del loro meglio per cambiare progredendo la prima rivista multimediale underground italiana.
Ci piacerebbe in questa istantanea avere con noi non solo la nostra
“tribù” di avvezzi al multimediale a basso costo, ma un po’ tutti voi, che ci seguite da tempo. Purtroppo, per problemi non inerenti alla nostra volontà non è stato possibile pubblicizzare in anticipo in alcun modo la nostra presenza in fiera… e questo sicuramente inciderà sull’affluenza di aficionados al nostro stand.
Stand, che, quest’anno, avrà in esposizione non solo KULT Underground, ma anche WebKULT, nella sua nuova veste grafica, e nella sua nuova impaginazione, compiuta a tempo di record dalla coppia Fabrizio
Guicciardi e Gianluca Meassi.

Un saluto va comunque anche ai nostri compagni dell’anno scorso, ovvero gli scacchisti del Club 64, che anche quest’anno avevano richiesto la nostra presenza con loro, e con i quali i rapporti non sono mai venuti meno, e un saluto anche allo STIC (Star Trek Italian
Club) di Modena, anch’esso in fiera con un proprio stand, dai quali aspettiamo con ansia altri articoli su iniziative e retroscena del più seguito serial di fantascienza che conosca.

Per il momento è tutto. Forse questo mese sono stato un po’ prolisso
(almeno rispetto alla media dell’ultimo periodo), ma molti sono i punti che avevo a cuore di sviluppare, e molti altri quelli per i quali non c’è più tempo e spazio…
L’ultimissima cosa, prima di lasciarvi alla lettura: se abitate non troppo distanti da Modena, ascoltate ogni tanto la radio. Forse potrebbe iniziare un programma gestito da noi che riguarda la multimedialità, e l’uso creativo dei computer… anche se questo è uno di quei punti che solo il tempo potrà vedere confermati.

Di nuovo arrivederci, e non dimenticate di collaborare con noi.

Marco Giorgini

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