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Halloween

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HALLOWEEN

Jimmy stava guardando il tostapane quando sentì la voce chiamarlo, dalla strada. Si affacciò e vide i suoi amici, in macchina.
“Allora, vieni?”
“Arrivo tra un po’. Andate avanti voi”
“Sei una pizza, bimbo”, e se ne andarono lasciando sull’asfalto due dita di gomma. Jim restò un po’ sulla soglia a pensare, finchè non fu richiamato da un prevedibile odore di bruciato.
Giù al bar di Bina tutti erano contenti. Quando Jim entrò, sentì il fastidio del rumore e del brusio. Gli venne incontro Lou e gli gridò qualcosa nel caos generale, lo portò da qualche parte, ma non c’era con la testa. Galleggiava tra la folla con la mente altrove. Se solo avessero potuto immaginare….

C’erano voluti anni, quasi 10. Ora Jim ne aveva 22, ma sapeva, aveva sempre saputo, che un giorno ce l’avrebbe fatta. Più andava avanti, più sentiva la cosa crescergli tra le mani, più sentiva aumentare nelle vene la potenza. E quella notte avrebbe realizzato il grande sogno. Perchè proprio quella notte? Perchè dopo tanto tempo, dopo un’attesa così lunga, non poteva scegliere un momento come gli altri.
Perchè Halloween non era una notte come le altre, e perchè le maschere avrebbero giocato in suo favore, il mondo sarebbe stato suo complice.

Solo nella notte di Halloween uno poteva andare in giro vestito da
Billy the kid senza essere notato. Jimmy aveva sempre amato fumetti e film western, sognava di notte di essere un cowboy, e il suo idolo era
Billy the kid, il giustiziere, il coraggioso, lo spietato.
Poi c’era l’altra passione, quella per le invenzioni inutili. Ma stavolta non aveva inventato una bufala.
Aveva lasciato tutti i fumetti e le videocassette vicino al trasfusore, prima di uscire e andare da Bina, dove avrebbe atteso l’ora x, mezzanotte e dieci, facendo festa come tutte le persone normali. Aveva scelto mezzanotte e dieci, perchè mezzanotte era troppo scontato. Tornò a casa, era ora di far venire l’ora x. C’erano anche zio Jeanny e zio Mike, che rompevano come di solito fanno i parenti.
“Non ti sei ancora vestito?”, gli chiese la madre.
“Adesso vado”, ed era serio più che mai. Si sedette sul trasfusore, sulla vecchia tazza trovata dal rigattiere di Teggia Place. Mise i fumetti e le cassette nel frullatore, infilò gli occhiali 3D con i disegni di Pippo e Pluto e accese.
Il trasfusore cambiò la sua faccia e la sua vita. Non era lo stesso
Jimmy quello che uscì dalla camera, vestito di pelle nera, stivali neri e speroni, cappello di pelle nera, solo due macchie bianche in cintura, i manici in avorio delle colt.
Si guardò nello specchio, era davvero duro. Soddisfatto.
Andò in garage, tirò fuori il cavallo. Il Winchester era ancora appeso alla sella.
Puntò verso il centro, dove pulsava la vita. Fu notato mentre legava il cavallo davanti al bar di Bina, nervoso mentre entrava, perchè le porte non erano come nei saloon.
Si avvicinò al bancone e sparò un ordine come una fucilata.
“Un torcibudella”.
Si avvicinò una bionda, bella gnocca, ma una voce stridula da prenderla a schiaffi.
“Hey amico, lo sai che il tuo costume è proprio uno schianto?”. Lui non rispose, finì il whisky e appoggiò il bicchiere, facendo un rumore con la bocca. La bionda se ne andò, offesa. La gente faceva casino, e questo non gli piaceva. Cercò la macchina della musica, fu contento di vedere che non c’era la scritta “Non sparate sul juke-box”, si sarebbe divertito più tardi. La gente si spostava al suo passaggio.
Cribbio, aveva fatto davvero un bel lavoro, stavolta.
Un uomo in fondo alla sala ruttò clamorosamente, ma non fece in tempo a ridere perchè la pallottola d’argento gli trapassò la fronte.
Applaudirono tutti al trucco, ci misero un attimo a capire che non erano d’accordo, che il ciccione era morto davvero. Jimmy stava già salendo a cavallo, quando arrivò il primo coraggioso. Bastò una fucilata allo stomaco, lo lasciarono andare tranquillamente.
Rientrò a casa, zia Jeanny e zio Mike erano ancora nelle stesse poltrone dove li aveva lasciati all’uscita, e sembravano intenti nello stesso blablabla.
“Cos’ha fatto di bello il nostro Jimmy stasera?”.
“Questo”, e aprì il fuoco, zittendo per sempre gli zii. Avrebbero avuto un bel funerale, i genitori di Jimmy avrebbero pianto per loro.
Sempre che fossero riusciti a riprendersi, e in quel momento la cosa sembrava improbabile, a giudicare dalle facce.
Billy Jim tornò sulla scala d’ingresso, fuori c’era già la polizia, e luci e sirene, e cappelli e fucili.
Mancava solo la voce al megafono, ma era questione di un attimo.
“Vieni avanti con le mani alzate e butta le armi”.
Gli venne un sorriso, un ghigno. Non avrebbe avuto paura di un grasso sceriffo, in fondo lui era Billy Jim lo spietato, il coraggioso.

Jim Crown morì alle 2.30 della notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre dell’87. I notiziari parlarono di raptus, e fecero lo stesso quando due anni dopo un giornalista curioso si mise a sedere sul trasfusore e lo azionò. Ora l’invenzione fa parte del museo di Waukegan. I fumetti e i film western sono stati proibiti in quella contea, da allora.

Ma l’altra notte ho visto uno aggirarsi per le strade della mia città.
Era vestito come il Joker, il nemico di Batman,. Eppure Halloween è ancora lontano…

IGNATZ

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