KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Birra, prigione e computer

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Birra, prigione e computer

provateli ora

per non toccarli mai

più.

– “Aspettami. Vado ad ordinare un’altra Ceres.”
– “Ma Marco! E’ la quarta!”
– “Hai ragione: basta birra. Lo vuoi anche tu un Whiskey?”
– “Marco! Hai già bevuto abbastanza per stasera e poi devi guidare per andare a casa.”
– “Dai, sono perfettamente lucido e ti prometto che questo è l’ultimo.”
– “E poi ricordati, caro, che ora non hai più tanti soldi da spendere!”
– “Quello nemmeno prima. E poi che colpa ne ho se quelli dei Sistemi
Esperti mi hanno licenziato?”
– “Beh, fare masterizzare 10000 CD di Errata Collage 4.5 in cui, al posto dei normali disegni sui bottoni, ci sono le ragazze di copertina di KULT nude non è un errore da poco, tanto più che ve ne siete accorti con le telefonate di protesta dei clienti!
A proposito, come mai stasera hai finalmente deciso di uscire con la tua ragazza e non sei davanti al tuo PC a montare KULT?”
– “E’ colpa di Antonello: mancano solo i suoi articoli, che sono perennemente in ritardo, e poi il nuovo numero è pronto.”
– “Ehi, guarda chi sta arrivando!”
– “Ma è Antonello! Antonello! ….. Antooneeelloooo!”
– “Ciao Marco.”
– “Ciao. Allora hai finito gli articoli?”
– “No.”
– “Toem Toem!”
– “Scusami ma l’ultimo processo mi ha preso un sacco di tempo.”
– “Basta! Non ne posso più di aspettare sempre i tuoi comodi e soprattutto devi smetterla di scrivere articoli in cui rendi noto a tutti i miei fatti personali, rifacendoti alle informazioni di quell’altro Marco…”
– “Marco Cristiani?”
– “Si, esatto! quel ficcanaso che ha piazzato cimici e microspie in tutta casa mia e nella mia macchina.”
– “Pensa, Marco, quando ti vedrà nudo mentre fai il bagno!”
Al fine di non offendere la morale del lettore, è opportuno tralasciare gli scambi di complimenti che seguirono.
Gran parte delle persone, in quella fumosa birreria di Modena, si erano girate verso i due, incuriosite dalla discussione in corso.
Erano tutti in attesa di una buona scusa per iniziare una rissa ma
Antonello concluse:
– “Basta, non ne posso più: qui sembrate tutti matti! Prima Thomas: poveretto, lui non ne ha colpa se il suo insegnante di meccanica razionale gli ha dato da studiare dei testi talmente difficili che, come conseguenza, è finito dallo psicanalista. Ma ora ti ci metti anche tu con queste tue affermazioni infondate e immature. E poi, guarda, tutti ci stanno fissando! Che disonore, la mia immagine di avvocato modello, screditata a causa dei tuoi discorsi!”
Il silenzio regnava: soltanto il televisore acceso continuava imperterrito con la telecronaca di Italia-Russia dei mondiali ’98.
Aggiunse con voce più controllata: – “Qui c’è bisogno di un rinnovamento.” e senza aggiungere altro uscì dal locale con passo sicuro, aggiustandosi la sua cravatta color crema.

Bisogna precisare che, in quel periodo, Antonello era impegnato in via ufficiale nelle indagini su un uomo molto potente: nessuno conosceva la sua vera identità ma era soprannominato “Il Migliore”. Questi, iniziata la carriera come scrittore, pubblicando i suoi testi con uno pseudonimo, era poi passato al campo della politica, ambito in cui ora aveva molto potere. Per mantenersi protetto non agiva direttamente, ma si serviva del suo braccio destro, Maria, un agente segreto doppiogiochista che da una parte apparteneva ai servizi segreti della
*****, dall’altra lavorava fedelmente per Il Migliore. Questi, per imporre le sue idee di estrema sinistra, aveva compiuto diversi attentati in punti strategici di Modena, servendosi di un esperto artificiere nonchè pericoloso killer del quale, anche in questo caso, era ignoto il nome ma famoso il suo soprannome: rifacendosi al suo glorioso passato ed alle imprese compiute era chiamato “L’uomo di ferro”. Tutte le sue opere erano firmate col disegno di una mantide o talvolta di qualche raro ragno esotico, inciso su un muro.

Una mattina si scoprì l’eccezionale fatto: Thomas si stava recando, come ogni Mercoledì mattina, dallo psicanalista e, per mantenere vivo il suo livello culturale, decise di acquistare il giornale. La fila all’edicola era molto lunga dato che molte persone volevano leggere la pagina sportiva per vedere se avevano vinto al toto-mondiale. Soltanto
Thomas, completamente disinteressato a quel vile sport, saltò di netto la pagina del calcio e si diresse a quella della cultura; ma sfogliando le pagine il suo sguardo fu attratto dalla foto di Marco.
Mentre sistemava la pagina e cercava con gli occhi il titolo dell’ articolo, mille pensieri gli corsero per la testa: che fosse un nuovo articolo su KULT? No, glielo avrebbe sicuramente detto e poi ci sarebbe stata la foto di gruppo. Che gli avessero dedicato una pagina per il singolare caso del suo licenziamento? Mai avrebbe immaginato il vero contenuto dell’articolo; quando lesse il titolo, infatti, pensò di avere sbagliato articolo. Ricontrollò ma la foto si riferiva proprio a quella parte del testo. Pensò allora ad un errore nel montaggio della fotografia e così si decise a leggere tutto l’articolo.

Trovata l’identità de Il Migliore

Finalmente, dopo lunghe ricerche, gli inquirenti sono riusciti a risalire alla vera identità de Il Migliore. L’uomo si chiamerebbe
Marco Giorgini ed è tuttora ricercato, ma vista la quantità di forze armate che si sono mobilitate per effettuare rastrellamenti e per formare posti di blocco, si può affermare che lo spietato uomo ha le ore contate….

La sua debole mente non resse l’emozione e ancora adesso ha un ricordo vago di quello che gli successe nelle ore successive. Solo dopo diverso tempo, quando riacquistò una parte delle sue facoltà mentali grazie ad una seduta di ipnosi, telefonò a Marco.
Compose lo 059/**7*1* e…
– Pronto, sono Thomas. Vorrei avere qualche notizia di Marco…
– E’ stato arrestato.
– Non è possibile; non posso credere che sia lui. Si vestirà sempre con le sue camicie a quadri di pile, ascolterà quella musicaccia distorta, avrà l’accento emiliano quando pronuncia KULT, però in fondo
è un bravo ragazzo e soprattutto non riesce a dire le bugie.
– Lo so benissimo anch’io, ma il più è convincere chi ha in mano le indagini. Dicono che hanno delle prove schiaccianti ma non si sa ancora di che cosa si tratta.
– Per adesso grazie. Ciao.
– Ciao Thomas.

Da quel momento le indagini procedettero a sfavore di Marco, a causa anche di Antonello. Questi, vedendo nell’arresto di Marco un’occasione per dare un rinnovamento a KULT, tentò di indirizzare le piste seguite dagli inquirenti verso la colpevolezza di Marco e ovviamente, grazie alle sue abilità nel parlare e nel convincere, riuscì nel suo intento.
Infatti, dopo appena un mese dalla cattura (miracolo della giustizia italiana), Marco fu condannato dal tribunale per diversi reati, fra cui omicidio e truffa aggravata.
Ma già durante lo svolgimento delle indagini, fu indetta una riunione straordinaria di KULT in cui doveva essere deciso per votazione chi avrebbe sostituito Marco. Più o meno tutti avevano un idea di chi sarebbe stato scelto: Marco era un programmatore e l’unico altro programmatore era Thomas. Questi sapeva benissimo che sarebbe stato il più gettonato nella votazione ma, d’altro canto, non voleva sobbarcarsi l’onere di andare costantemente a letto alle tre, nelle notti dei successivi anni, per montare gli articoli della rivista. Per cui quella sera si dette per malato sperando che, essendo assente, venisse automaticamente scartato. Ma non fu così; gli altri, dal momento che non c’era, dissero che così non poteva opporre resistenza e lo votarono all’unanimità.
Ben presto, però, si pentirono della scelta da loro fatta; Thomas, infatti, aveva deciso che non voleva rimetterci in salute per cui preparava la rivista secondo i suoi ritmi naturali che, in quel periodo di crisi, erano veramente lenti; già il primo numero uscì con due settimane di ritardo. Antonello era l’unico contento della situazione, infatti poteva tranquillamente portare i suoi articoli in ritardo senza subire le sgridate di Marco.
Non potendo proseguire in questo modo, però, i Kult Boys (Antonello escluso) decisero di prendere provvedimenti. Per modo che KULT potesse tornare ai suoi ritmi normali, era necessario tentare di dimostrare l’innocenza di Marco in modo che questi venisse scarcerato e potesse dedicarsi a tempo pieno a montare KULT (e qui Marco deve ringraziare la pigrizia di Thomas perchè solo grazie ad essa riuscì a venir fuori da questo pasticcio).

Ma vediamo ora come i nostri eroi si mossero per cercare di salvare
Marco… anzi, no, lo vedremo prossimamente perchè Marco mi sta dicendo che lo spazio a mia disposizione è terminato. Quante storie che ha il Boss… ma no, forse è semplicemente stanco di essere maltrattato anche nei racconti…

Thomas Serafini

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