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Flebile luce

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Flebile luce

Flebile luce di un passato amico, che dolce e un po’ triste, quando alla sera appari, nei miei pensieri cerchi riparo, non giungere ora.
Il vento freddo non vuole compagni e la malinconia non ha fratelli a cui chiedere aiuto.
Soltanto il fischio sordo della ferrovia rompe un silenzio che mi appartiene; l’altra voce dei ricordi ha intonato il suo antico canto e dall’abisso tutto sorge: le cose mai fatte, il dolore sommerso, che mai si è sopito, dei sorrisi perduti e della lacrime altrui; ricordo occhi chiari in fondo al lago dei miei timori, ricordo parole sussurrate tra i libri, e ricordo te che ora dormi in posti che non conosco con gente a me distante.
Freddo mi è il menzionarti ora ma nei sogni riapparirai con calore, e quest’altalena brucerà lentamente ogni tuo odore ogni tua lenta carezza e ogni mio ardore.
Ecco, l’attimo è spento e la luce della tua lampada e la tua voce sono di nuovo brace su cui il presente getta acqua fredda.

Non ti rivedrò.

Marco Giorgini

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