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Van Basten

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Van Basten

a Francesca (Van Basten) e a Massimiliano (con tutto il mio affetto)

TOMA’ – E’ stato come fallire un calcio di rigore
SELBST – Fa niente, mi basta essere il più grande narratore di questo fine ventesimo-secolo

Buttati via
(MCMXCIV) Sul finire dell’anno sgommo una settimana con alcuni friends del mio ego, i compagni di tutta una giovinezza, gli uomini con cui non riesco più a condividere nulla. I residui di una gioventù che mi abbandona cominciano a esaurirsi, senza nemmeno il rimpianto di voltarmi anche solo una volta.
23 anni
Una settimana sulle alpi francesi. Dodici persone (in-lotti-da-sei) rinchiuse in prefabbricati da tredici metri quadri e settanta, statisticamente ripartite con migliaia di altri italiani. Il nazionalismo transalpino non può nulla di fronte a quest’invasione massiccia, che rafforza soltanto un tasso di cambio fin troppo favorevole.
Alle Deux Alpes funziona così:
10-17 skiing
17-23 bathroom & dinner
23-04 disco-fenomena-disco
04-10 bedroom
e così via…
Per i primi cinque giorni riesco quasi a divertirmi. Di fronte al nostro accampamento si consumano quattro carpigiane diciassettenni, grandi abbastanza per interessare da vicino il nostro curriculum figae. Hanno cominciato a sortir-avec-nous dalla seconda serata, sfoggiando una serie infinita di mini mozzafiato e vestiti pseudo-attilati.
Le mini e gli pseudo-attilati sono la mia vera passione. Non ho mai capito, (ad esempio), perchè le mie femmine indossano jeans&maglione fin dal secondo appuntamento, eliminando per sempre le meravigliose minigonne, le calze dal nylon blu-scuro, le scarpe col tacco, e le sottili camicette senza troppo reggiseno.
Potenza della novità.
La più ambita è Van Basten: 1,76 di gambe, e fisico da “pallavolo prima ricezione”, e mille riccioli che nemmeno Domiziana Giordano se li immagina, “e chissà perchè l’abbiamo soprannominata così”, e i suoi diciassette anni. Voci di corridoio mi segnalano in pole nei suoi riguardi, ma Andrew Cannone è già sul piede di guerra. Non resta che ricorrere alla consueta disfida: tre mesi con dovere di prova.
Trattasi di un old-game della nostra compagnia: due infoiati hanno tre mesi di tempo per sciolinare la preda (con prova-certa), in una partita in cui tutte le scorrettezze sono permesse&anzi richieste – dalla telefonata alla morosa ufficiale al taglio-gomme nella sera dell’appuntamento finale.
Canna rinuncia alla sfida – sono forse un voyeur implacabile? – ma non si asterrà dalla lotta.
Ogni tanto penso anche alla mia donna, ma questa – soprattutto in vacanza
– è un’altra storia.
Buttati via.
E finalmente, implacabile, l’ultimo dell’anno. E’ fin troppo facile ricamare pensieri sull’inutilità di questa tradizione: una riga di tempo per i vostri suggerimenti…

Sono le quattro A.M. quando scrivo questo racconto. Ho fatto mattina nell’appartamento di fianco: in dodici con “gin limonata vodka aranciata rhum vino birra tortellini panna zampone chitarra settebolognesi altriquattromodenesi lequattrocarpigiane, nel solito lotto da tredici metri quadri e settanta. Ho bevuto e mangiato alla grande.
STO MALE.
In un corridoio incrocio sei ragazzi di La Spezia, sei ragazzi muniti di ottimo hascisc. E’ dall’estate che non fumo qualcosa, e tanto per smentire la ligure avarizia mi offrono spini in quantità, perchè in fondo si è un po’ tutti fratelli. Dopo una decina di tiri non mi reggo più in piedi.
STO MALISSIMO.
Grazie a una moltitudine di sforzi riesco a raggiungere la mia camera.
Consumo i miei sonni al secondo piano di uno squallido letto a castello.
Al primo livello il mio co-inquilino sta facendo “non so cosa con non so chi”. Non me ne frega un CAZZO penso. IO STO MALISSIMO, e salgo.
Mi aspettano quattro ore di inferno, quattro ore per vomitare tutto me-stesso, compresi i “sospiri di lì sotto”, e questa volta la mia donna mi manca davvero. DOVE SEI? PERCHE’ NON SEI QUI ‘BETTA? che io sto MALE, anzi MALISSIMO! PERCHE’ sei a milleduecento chilometri?, a Roma, rapita da una stupida festa, nella villa di un qualche stupido soggetto importante?
PERCHE’ NON CI SEI? CHE HO BISOGNO DI TE ADESSO, adesso, ADESSO, PERCHE’
ADESSO STO MALE, STO MALE ADESSO CAZZO!, e la mia vita mi passa tutta davanti, tutta, ed è tutta “vuota media insignificante inutile ripetitiva”, mi passa tutta davanti senza nemmeno qualcuno che tenti di spiegarmi un perchè.
23 anni
Quattro ore così, quattro ore d’inferno, quattro ore da spararsi da un secondo all’altro, e i secondi che non passano, e i secondi che non finiscono mai, e buio completo, e ancora qualche sospiro, e perchè non riesco più a “ricordare parlare raccontare amare o” anche solo vivere per un istante?, e tanta voglia di lasciarsi andare, e tanta voglia di finirla per sempre, e tanta voglia di morire davvero, e farla finita fino al rumore di quella porta, uno, due, tre, quattro… quattro passi nel buio, apro gli occhi, ed eccola lì, bellissima, stupenda, mille riccioli neri, Van Basten, Van Basten che mi fissa, un volto umano a pochi atomi soltanto, un cuore che pulsa a qualche battito dai miei sensi.
“Posso salire?”
Queste cose succedono solo nei film, mi viene da pensare. E’ vero che non ci so fare con le donne, che il più delle volte sono state loro a fare il primo passo, ma qui comincio a esagerare sul serio. “Non posso chiedere di meglio” mi sento rispondere. Sale finalmente. Finalmente sale.
Finalmente qualcuno che ci sia, CAZZO!, finalmente qualcuno mentre sto male. Si sdraia su un fianco. Queste cose succedono solo nei film, continuo a ripetermi. Diciassette anni. Bella. Alta. Fica. Addirittura la più ambita, ed è qui nel mio letto. Racchiude le gambe intorno alle mie, i suoi riccioli si sciolgono sulle mie spalle. E finalmente, lentissimo, l’odore della sua pelle, l’odore dei suoi capelli. Finalmente qualcuno che mi voglia. Finalmente mi sento stringerla, mi sento stringere da sentimenti che non riuscivo a ricordare.
“Sei comoda?”
“Sì.”
“Dormiamo.”
Mi piace ascoltarla. A piccoli sussulti il suo respiro si fa più pesante, più pesante fino a farsi meno frequente, meno frequente fino ai raggi di un lento assopirsi. Dorme. Che bello! La prima cosa riuscita della mia vita. Finalmente qualcuno che per un momento ci sia, finalmente qualcuno che per un momento mi voglia.
Buttati via
23 anni

Deux Alpes, I gennaio MVM
Raffaele Gambigliani Zoccoli

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