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Ken il guerriero

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Ken il guerriero

Salve, gente. Eccomi qua.
Da queste pagine elettroniche, mese per mese, vi parlerò di fumetti, e precisamente di quelli giapponesi.
Le loro caratteristiche peculiari li rendono immediatamente distinguibili da ogni altro tipo di fumetto, per cui d’ora in poi li chiamerò col loro nome nipponico: “Manga”.
Fino a qualche anno fa, i Manga erano pressochè sconosciuti nel nostro paese. Solo pochi appassionati possedevano qualche pubblicazione in lingua originale; quanto a capirci qualcosa, beh, questo è un altro paio di maniche. Ma per fortuna, oggi si possono trovare in edicola e in libreria parecchi Manga tradotti in italiano e pubblicati da diverse case editrici.
Occorre fare attenzione, però: non è oro tutto ciò che luccica. E non tutto il materiale che potete trovare in italiano è di buona qualità, anzi, ho visto cose che mi hanno fatto veramente arrabbiare. E non mi riferisco alla scelta del Manga da pubblicare, ma al modo con cui viene pubblicato…
Ma non voglio fare della polemica già dal primo numero: vediamo piuttosto di cominciare a gettare uno sguardo sul vasto mondo dei Manga.
Questo mese ho scelto per voi un personaggio che si può ormai considerare un mito. Chi non ha mai sentito anche solo parlare della Divina Scuola di
Hokuto ? E del Sacro Colpo Dell’Orsa Maggiore ? Ben pochi, penso.
Eh, sì, come molti di voi avranno già capito, si tratta proprio di lui:
Ken il Guerriero.
La serie televisiva tratta da questo fumetto è giunta in Italia prima del Manga, ed ha reso estremamente popolare (specialmente tra il pubblico maschile) questo personaggio.
Al suo primo passaggio televisivo, suscitò scalpore per la massiccia dose di violenza che lo permeava completamente, e per il tratto realistico dei disegni. Queste caratteristiche fecero capire a molti che i cosiddetti
“cartoni animati” non sono necessariamente “roba da bambini”.
Come spesso (ma non sempre) accade, in Giappone i Manga di maggior successo danno origine a serie TV o comunque vengono trasposti in animazione. Ken il Guerriero non fa eccezione: il Manga originale venne pubblicato in Giappone per la prima volta nel lontano 1983, sulla rivista
“Shoonen Jump”. Questa testata, come parecchie altre in Giappone, rappresenta una sorta di “banco di prova” per molti Manga; si tratta di una rivista spessa quanto un elenco telefonico, con periodicità settimanale (!) e mensile, realizzata con carta di pessima qualità e dal prezzo assai contenuto. I fumetti che riscuotono successo tra i lettori, vengono poi ristampati in volumetti dalla qualità grafica ineccepibile, di piccolo formato e di circa 150-200 pagine ciascuno.
Il Manga di Ken il Guerriero è abbastanza lungo da riempire 27 di questi volumetti. Il titolo originale è “Hokuto no Ken”, che significa letteralmente “il pugno della stella del Nord”, con chiaro riferimento alla tecnica dell’Orsa Maggiore che il protagonista utilizza in combattimento. Probabilmente, anche se nel titolo la parola “Ken” è scritta con l’ideogramma che significa “pugno” o “colpo”, si è voluto creare un gioco di parole. Dato che il protagonista si chiama Kenshiro, spesso abbreviato in Ken, basandosi solo sulla pronuncia del titolo lo si potrebbe tradurre anche con “Ken di Hokuto”. Gli autori di questo Manga sono due grandi nomi del mondo fumettistico giapponese: Bronson (vero nome
Yoshiyuki Okamura) per la sceneggiatura e il bravissimo Tetsuo Hara per i disegni.
Il soprannome dello sceneggiatore gli deriva dalla sua somiglianza con il noto attore Charles Bronson. Giudicate voi stessi…
Tetsuo Hara, vero maestro dei “retini” (pellicole adesive usate per creare gli effetti di chiaroscuro) dopo Hokuto no Ken ha realizzato altri
Manga, migliorando ancora il suo disegno, già peraltro notevole.
Tra le sue opere vi segnalo Cyber Blue, raccolto in 4 volumetti, e Hana no
Keiji (Keiji dei fiori) una storia ambientata nel Giappone feudale, tra samurai e ninja, raccolta in diciotto volumetti.
Lo stile realistico di Tetsuo Hara ha influenzato il disegno di molti altri Manga, tra i quali Shonan Bakusozoku (che addirittura è stato scambiato da alcuni per un ipotetico seguito di Hokuto no Ken) e Jojo
Kimiyoona Boken (di cui vi parlerò prossimamente) di Hirohiko Araki, pubblicato anche in Italia come “Le bizzarre avventure di Jojo”.
Visto il grande successo di Hokuto no Ken, questo Manga venne trasposto in animazione, dando luogo a due serie televisive (anche queste dal grande successo di pubblico). La prima serie è costituita da ben 109 puntate, e segue piuttosto fedelmente i primi 15-16 volumetti del Manga. I restanti undici hanno dato invece origine alla seconda serie, di 43 puntate; entrambe le serie sono state realizzate dalla Toei Animation.
Tornando ora al fumetto, vediamo quali sono le sue tematiche principali, senza voler esaminare tutta la trama nel dettaglio. La storia inizia nel futuro prossimo, dopo un conflitto nucleare che ha lasciato la terra inaridita, trasformandola in un enorme deserto. Pochissime specie animali sono sopravvissute all’olocausto, e le grandi città non sono ormai che spettrali rovine.
Gli uomini si trovano catapultati in un mondo diverso, crudele, dove bisogna lottare ogni giorno per sopravvivere. Sono tempi violenti: spesso la vita di un uomo non vale più di un sorso d’acqua o di un po’ di cibo.
La forza bruta è divenuta ormai l’unica legge; infatti le armi da fuoco sono rarissime, e ancor più rari sono i proiettili.
E allora ecco tornare in azione spade, lance, frecce, pugnali, accette, mazze ferrate. Forse a causa delle radiazioni (nel Manga non è specificato) parecchi individui sono dei veri e propri giganti dalla immensa forza. Bande di predoni, spesso a cavallo di motociclette, vivono razziando le comunità di sopravvissuti che si sono formate in prossimità delle rare sorgenti d’acqua.
Questo scenario è molto simile a quello della serie di film su “MadMax” interpretati da Mel Gibson. Tuttavia qui c’è molto di più. Infatti, in questo mondo ritornato alla barbarie di un nuovo Medioevo vivono anche persone dai poteri straordinari, grandi maestri di tecniche di lotta esoteriche e antiche di migliaia di anni. Queste tecniche li rendono capaci di sconfiggere qualsiasi avversario “normale”. Il protagonista,
Kenshiro, è l’unico successore e Grande Maestro della più potente di queste tecniche di lotta: la Sacra Scuola di Hokuto.
Lo stile di Hokuto appare come una forma portata all’estremo delle arti marziali “interne”, ovvero quelle che pongono l’accento sull’uso dell’energia interiore per sconfiggere l’avversario, piuttosto che della forza bruta. Kenshiro è in grado, colpendo particolari punti di pressione sul corpo dei suoi avversari e facendo fluire la sua energia dentro di loro, di farli esplodere letteralmente dall’interno. Molti colpi sono “ad effetto ritardato”, così che l’avversario può morire anche a distanza di tempo. Tutte queste facoltà, per quanto esagerate possano sembrare, hanno un qualche fondamento di verità in arti marziali realmente esistenti, come
Dim Mak, Dim Ching, Dim Hsueh, Marma Adi, Yubijutsu.
Tra le altre scuole di lotta importanti nel Manga, ricordiamo il Sacro
Pugno di Nanto (Nan-to è la “Stella del Sud”, contrapposta a Hoku-to che è quella del Nord). Questa scuola fa uso di tecniche ispirate alle arti marziali “esterne”, portandole anche qui a spettacolari estremi. Esempi di arti marziali “esterne” reali possono essere (almeno in prima approssimazione) il Karate, il Tae Kwon Do, e alcuni stili “duri” di Kung Fu.
Gli adepti della scuola di Nanto sono in grado di usare braccia e gambe come fossero spade o lance: riescono infatti a fare a pezzi il loro avversario in un attimo, con velocissimi fendenti. Ovviamente si tratta di esagerazioni per rendere più spettacolari e avvincenti i frequenti combattimenti; tuttavia vi ricordo che in passato allenamenti assai cruenti di Karate prevedevano che l’allievo uccidesse animali anche feroci trapassandone il corpo con le sole mani nude. (Al giorno d’oggi queste pratiche non sono più in uso).
Nel Manga Kenshiro mette la sua immensa forza al servizio dei più deboli, proteggendoli dai prepotenti e dai criminali. Egli non ha ambizioni, anche se sembra destinato ad essere “il salvatore”, colui che riuscirà finalmente a ristabilire la pace e darà inizio ad una nuova era.
Viceversa, molti altri esperti di lotta si danno alla conquista e alla tirannia, cercando di diventare i padroni del mondo. Spesso gli esponenti maggiori delle varie scuole sono imparentati tra loro in varie maniere.
Più la storia procede e più questi rapporti si fanno confusi e caotici; da circa metà del fumetto in poi, si cade addirittura in contraddizioni inspiegabili e in flashback che non si inquadrano perfettamente con quanto si è già visto. Tuttavia, vista la qualità di quest’opera, si può tranquillamente chiudere un occhio su qualche stranezza, che diventa una delle tante caratteristiche uniche di Hokuto no Ken.
In questo Manga si mettono in evidenza le pulsioni e le emozioni che sono all’interno degli esseri umani, quando la patina della civiltà si sgretola e crolla, riportando tutto indietro di secoli. Ecco quindi che elementi come rabbia, tristezza, odio, vendetta, desiderio di conquista, crudeltà, ma anche amore e ricerca disperata di un po’ di calore umano, vengono continuamente e sapientemente mescolati per dar luogo ad una storia capace di catturare l’interesse del lettore. C’è chi ha protestato contro l’eccessiva violenza di questo Manga; ma vorrei far notare che viviamo in un mondo che sorpassa quotidianamente in violenza qualsiasi fumetto.
Inoltre, elementi positivi quali la speranza, lo spirito di sacrificio, la lealtà verso un amico, e l’amore stesso, non mancano di certo in Hokuto no
Ken. Kenshiro stesso, dichiara di combattere per amore: per proteggere cioè coloro che ama, per difenderli da chi invece segue la legge dell’odio e dell’ambizione. In definitiva, chi è interessato al mondo dei Manga (o anche soltanto chi ama i fumetti di azione e le arti marziali) non dovrebbe lasciarsi sfuggire quest’opera, che ha fatto scuola col suo stile innovativo.
E veniamo ora all’edizione italiana del Manga di Hokuto no Ken, pubblicata dalla Granata Press. La prima parte della storia è stata pubblicata a puntate sulla rivista “Zero”. Successivamente, le avventure del Maestro di
Hokuto hanno ricevuto più spazio con la nascita della testata “Z Compact”, ad esse dedicata per intero. Per completezza, anche i primi episodi sono stati ristampati nel formato di “Z Compact”, più piccolo e simile nelle dimensioni ai volumetti originali (anche se con un numero di pagine minore rispetto a questi ultimi).
In totale, la pubblicazione di Hokuto no Ken ha richiesto 41 numeri di “Z
Compact”, più tre numeri speciali per la ristampa della prima parte della storia. Purtroppo, mi vedo costretto a muovere alcune critiche alla realizzazione tecnica di questa versione italiana. Per prima cosa, la riproduzione dei disegni lascia alquanto a desiderare: la maestria nell’uso dei retini di Tetsuo Hara viene ingiustamente penalizzata da uno scurimento generale delle tavole del fumetto che a volte rende persino faticosa la comprensione delle immagini.
Probabilmente ha influito in maniera negativa il doppio passaggio
Giappone-America (Ken è stato pubblicato negli USA dalla Viz Comics) e
America-Italia. Gli adattamenti dei rumori, per renderli leggibili ad un pubblico occidentale, sono spesso poco rispettosi delle immagini, a volte ricoperte in maniera eccessiva. Sebbene siano abbastanza gravi, questi difetti sono perlomeno comprensibili. Quello che invece non riesco a capire è come mai nella versione italiana i bordi di tutte le tavole siano
“tagliati” di parecchi millimetri.
Per fare un esempio, nella vignetta in basso a pagina 14 di “Zero” n.3 il gomito di Ken resta tagliato fuori dalla pagina, mentre nel Manga originale si vede per intero fino alla punta. Esempi come questo si potrebbero fare per ogni pagina. In breve, un confronto diretto tra i volumetti originali e la versione italiana rende palese una grossa differenza qualitativa. Ed è un peccato, perchè sono convinto che la
Granata Press, che ha il grande merito di aver dato inizio allo “sbarco” nel nostro paese dei Manga, possa senza dubbio fare di meglio, come recentemente sta dimostrando con altre pubblicazioni. In conclusione, dato che per la maggior parte di voi la lingua giapponese rappresenta un ostacolo insormontabile, mi sento di raccomandarvi l’acquisto dell’edizione italiana di Hokuto no Ken, anche se vi consiglio di dare almeno uno sguardo a quella originale.
I volumetti della Jump Comics che raccolgono la serie di Kenshiro si trovano con relativa facilità in negozi specializzati in fumetti, oppure alle mostre-mercato come quella che due volte all’anno si tiene a Lucca.
Prima di concludere, per i fan di Kenshiro voglio ricordare il lungometraggio, che riprende avvenimenti della prima serie rimaneggiandoli
(con una ottima animazione) e che è disponibile anche doppiato in italiano, sempre dalla Granata Press. Infine esistono diversi Compact Disc che raccolgono le canzoni e le colonne sonore della serie animata e del lungometraggio; ma di questi parlerò prossimamente, nella sezione dedicata alla musica.
E con questo termino l’angolo dei Manga e passo immediatamente a quello dell’animazione.

Il Ninja

N.d.R.
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